È stato ordinato l’arresto del sindaco di Derna, Abdulmenam al-Ghaith, ora sospeso, e di altri sette funzionari libici per l’alluvione che ha devastato la città portuale della Cirenaica, due settimane fa, uccidendo migliaia di persone.
In un comunicato la procura generale della Libia ha annunciato il fermo degli otto funzionari pubblici con l’accusa di cattiva gestione e negligenza per il crollo delle due dighe che hanno allagato la città. Un contratto del 2007 per riparare le dighe non è mai stato completato si è scoperto.
Intanto bilancio delle vittime dell’inondazione del 10 settembre continua a salire. Le autorità della Libia dell’est hanno comunicato sabato che le vittime ufficialmente conteggiate superavano le 3.800.
Il capo del Consiglio presidenziale libico, Mohamed al-Menfi, ha affermato che la mancanza di un sistema unificato di gestione delle crisi nel Paese ha interrotto gli aiuti internazionali per le inondazioni di due settimane fa nella parte est della Libia.
Su X, la piattaforma social già nota come Twitter, al-Menfi ha sostenuto che il sostegno internazionale alle persone colpite dall’alluvione richiede un’istituzione unificata e specializzata. Secondo al-Menfi le divisioni istituzionali tra est e ovest in Libia hanno ostacolato gli sforzi di intervento dopo le inondazioni. Tuttavia per al-Menfi “le autorità elette secondo una costituzione permanente sono quelle che hanno il controllo sui fondi congelti”.
Intanto un gruppo di cittadini di Derna, la città più colpita dalle inondazioni provocate dalla tempesta Daniel il 10 settembre, ha letto un comunicato con cui danno mandato all’Esercito nazionale libico del maresciallo Khalifa Haftar di seguire direttamente la ricostruzione della città. “Rifiutiamo la partecipazione di qualsiasi impresa nazionale alla ricostruzione della città” hanno aggiunto “e domandiamo imprese internazionali specializzate”.