di Diego Cassinelli
Visita guidata al più caratteristico – e sorprendente – mercato di Lusaka, capitale dello Zambia. Con le sue vie caotiche e le bancarelle ingombre di merci, questo mercato è un osservatorio speciale sull’arte di arrangiarsi, di cui gli africani sono maestri indiscussi. Qui si sperimentano ogni giorno espedienti creativi e soluzioni geniali per guadagnarsi la giornata
Questo testo, adattato per ragioni di spazio, è tratto da Lusaka (OGzero – Orizzonti geopolitici, 2023, pp. 148, euro 15,00), da poco in libreria, firmato da Diego Cassinelli, pasticciere ed educatore sociale, trasferitosi dodici anni fa in Zambia, dove ha fondato l’associazione In&out of the ghetto, che promuove progetti di sviluppo e aiuta i giovani delle periferie più difficili della capitale Lusaka.
Il sole brucia come fuoco vivo sul braccio appoggiato fuori dal finestrino dell’auto senza aria condizionata. Uno sciame di ragazzi con magliette sgualcite e infradito indica un buco per parcheggiare. Sono tutti armati di uno straccio sdrucito e un secchio da venti litri con acqua nera. Aiutano gli automobilisti a parcheggiare, offrendosi come angeli custodi dei veicoli. Per qualche moneta in più, offrono anche una lavatina alla macchina, con quell’acqua buia come la notte.
Ci fermiamo davanti all’entrata del mercato più caratteristico, e forse più grande del Paese: Soweto Market.
Caos e business
Il caos è inverosimile, suoni, urla, musica, odori a volte forti altre più piacevoli, spinte, strattoni. L’uomo che mi accompagna ha ottant’anni e conosce ogni anfratto di Lusaka. Entriamo assieme nella bolgia chiassosa del mercato, mentre fra un saluto a destra e una stretta di mano a sinistra mi racconta la storia di questo posto incredibilmente attraente. Soweto sta per South Western Township: il nome del ghetto destinato alla popolazione nera di Johannesburg in Sudafrica. «Soweto Market nasce molti anni fa come mercato illegale, dove gente proveniente da tutte le parti della città si riuniva per vendere verdure e bestiame. Con l’arrivo del nuovo governo di Frederick Chiluba, secondo presidente della Repubblica dello Zambia, dopo 27 anni di regime Kaunda, il fenomeno degli street vendors prese dimensioni spropositate». Questo, grazie alla sua politica amica dei processi di privatizzazione dopo anni di monopolio statale.
Trent’anni di storia
Le strade cominciarono a essere pesantemente occupate da bancarelle provvisorie di legno, pezzi di plastica, teli e lamiere. «La creazione del Soweto Market risale ai primi mesi del 1993, quando il problema dei venditori di strada era ormai sfuggito di mano. Il Lusaka City Council dovette impegnare l’esercito in assetto antisommossa per sfollare tutti gli ambulanti, che non ne volevano sapere di occupare la nuova area adibita a mercato. Furono giorni di grande confusione».
Oggi Soweto è pieno di ragazzi che spingono carriole strapiene di qualsiasi cosa. Vanno a velocità ben oltre la soglia di rischio, ma prima arrivano a destinazione e prima possono trovare un altro cliente. Non si curano della gente attorno, come del resto fanno gli automobilisti con i pedoni. Ha ragione il più grosso. Nella stagione delle piogge ci sono strade in cui l’acqua arriva al ginocchio. La creatività della gente che ha fame non ha confini, e alcuni giovani si sono inventati il lavoro di “portatori di persone”. Attraversano fiumi d’acqua pestilenziale con la gente sulle spalle. Alcuni affittano stivali, solo per dare la possibilità ai clienti di comprare e ai marketeers di vendere. Geniali.
Sentimento indomito
In questo mercato c’è di tutto, dalle verdure locali, pomodori, frutta, carne, alle cineserie di ogni tipo, stoffe, ristoranti, barbieri e donne che fanno treccine e dreadlocks per la via. È un’esplosione di vita, colori e odori. Le banane sono dolcissime, ma contrastano con l’odore delle carcasse di animali macellati, stesi su banconi di cemento crudo. «Nel 1994 Chiluba volle riqualificare il vecchio mercato, che poi vecchio non era, e inaugurare una nuova struttura che chiamerà New Soweto Market… Ma gran parte degli ambulanti si rifiutarono di occuparlo e preferirono restare sulla strada». Oggi Soweto Market è ingombro di merci provenienti da tutte le parti dello Zambia ma anche da altri Paesi. Soweto è vivo e sembra sul punto di esplodere. È zeppo di voci, musica, merci, odori, energia, dove milioni di esistenze trovano di che vivere, in un Paese che ha un tasso di disoccupazione del 13% circa. Salto sul vecchio Pajero con la kalindula nelle orecchie e un sacco di emozioni da rielaborare. Non avevo mai avuto la fortuna di visitare un luogo tanto speciale, capace di svelare il sentimento indomito di una città.
Questo articolo è uscito sul numero 3/2023 della rivista Africa. Per acquistare una copia clicca qui, o visita l’e-shop.