L’ultimo rapporto dell’Onu sul Sud Sudan è terrificante. Nelle sue pagine si leggono racconti orribili di stupri di gruppo, gole tagliate, violenze e sparatorie di massa. Responsabili delle violenze sono i sostenitori del governo e i loro alleati.
Secondo i responsabili delle Nazioni Unite, le violenze descritte nel rapporto possono essere considerate crimini di guerra e i responsabili possono e devono essere consegnati alla giustizia. Gli investigatori dell’Onu si sono concentrati su un periodo di cinque settimane tra aprile e maggio, quando i soldati del governo e i loro alleati hanno attaccato i villaggi controllati dall’opposizione nel sud dello Stato di Unity. In totale, sono stati uccisi 232 civili, «alcuni appesi agli alberi e altri bruciati vivi nelle loro case». Una ragazza di 14 anni, citata nel rapporto, ha affermato che non dimenticherà mai le atrocità cui ha assistito: «Come posso dimenticare la vista di un vecchio la cui gola è stata tagliata con un coltello prima di essere dato alle fiamme?». Una donna, che ha raccontato di aver perso tutto, ha detto agli investigatori: «Sarebbe stato meglio se mi avessero ucciso».
Riek Machar e Salva Kiir, i leader sudsudanesi, hanno firmato un accordo per il cessate il fuoco a giugno. L’intesa dovrebbe a porre fine alla guerra civile di cinque anni che ha costretto milioni di persone a fuggire a causa dei combattimenti.