di Céline Camoin
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Acnur/Unhcr) si dice profondamente preoccupato per gli sviluppi della situazione dei diritti umani nelle ultime settimane in Senegal, dove almeno 16 persone sono state uccise, 350 ferite e più di 500 arrestate durante tre giorni di proteste tra il 1° e il 3 giugno.
“L’uso di armi da fuoco da parte delle forze di sicurezza durante le proteste costituisce un triste precedente per il Senegal. Prendiamo atto che le autorità hanno avviato indagini e le invitiamo a garantire che queste siano tempestive, indipendenti e approfondite, e che portino tutti coloro ritenuti responsabili dell’uso di forza non necessaria o sproporzionata a rendere conto delle loro azioni, indipendentemente dalle loro status e affiliazione politica. L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani offre assistenza in tal senso”, si legge in un comunicato, firmato da Seif Magango, portavoce dell’alto commissario.
“Siamo anche preoccupati per le continue restrizioni alla libertà di espressione e di riunione pacifica a seguito delle proteste. Walfadjiri Tv, un canale privato che ha seguito le proteste in diretta, è stato sospeso il 1 giugno senza una chiara giustificazione legale e deve ancora essere ripristinato. Una dichiarazione del governo afferma che la sospensione durerà 30 giorni. Il governo ha anche ordinato la sospensione di una campagna di crowdfunding per il canale volta a sostenerlo durante il periodo in cui non è in grado di trasmettere”.
La nota ricorda che dopo le proteste del 3 giugno, le autorità si sono rifiutate di autorizzare diverse altre manifestazioni, comprese quelle previste per venerdì e sabato scorsi.
Anche l’accesso ai servizi di Internet mobile è stato limitato tra il 1° e il 6 giugno, per porre fine alla “trasmissione di messaggi odiosi e sovversivi”. “Le restrizioni all’uso di Internet devono basarsi su leggi inequivocabili e accessibili al pubblico; devono essere necessari per il raggiungimento di uno scopo legittimo, come definito nella legge sui diritti umani, proporzionati a tale scopo legittimo e non discriminatori”, afferma l’ufficio dell’alto commissario per i diritti umani.
“È responsabilità primaria delle autorità senegalesi preservare le tradizioni democratiche e lo stato di diritto garantendo il diritto alla libertà di riunione pacifica e di espressione, nonché il diritto all’informazione garantendo che i giornalisti possano esercitare la loro professione liberamente e in sicurezza, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali del 2024”.
Il comunicato conclude: “Riaffermiamo la volontà dell’Alto Commissario di continuare a lavorare con il governo senegalese, la società civile e altri partner per rafforzare la promozione e la protezione dei diritti umani nel Paese”.