Il Sudan riceverà prestiti per 1,8 miliardi di dollari. Lo hanno annunciato un gruppo di Paesi donatori riuniti in una conferenza organizzata dalla Germania per aiutare il governo di Khartoum ad alleviare la crisi economica che ostacola la transizione verso la democrazia.
L’Unione europea ha promesso 312 milioni di euro, gli Stati Uniti 312, la Germania 150, la Francia 100 e la Gran Bretagna 150. I fondi saranno indirizzati verso programmi umanitari e di sviluppo. Tra questi programmi, il più importante destinerà, con l’aiuto della Banca mondiale, trasferimenti di denaro a famiglie povere.
L’Arabia Saudita, che ha dichiarato di aver donato al Sudan 480 milioni di euro nell’ultimo anno, si è impegnata solo per una decina di milioni. Gli Emirati Arabi Uniti per 50. I due Paesi del Golfo avevano promesso prestiti per 3 miliardi sotto forma di contanti e materie prime dopo che i militari avevano costretto l’ex presidente Omar al-Bashir a dimettersi nell’aprile 2019. Al momento non è chiaro quanto abbiano già versato al Paese.
Il primo ministro Abdalla Hamdok, che guida un governo di transizione al quale partecipano civili e militari, è alla disperata ricerca di sostegno per la sua economia. Hamdok ha dichiarato che senza aiuti l’instabilità potrebbe diffondersi e accendere conflitti in una regione già instabile come l’Africa orientale. «Ci aspettiamo che i nostri partner ci supportino nella transizione – ha affermato -. Non voglio essere troppo ottimista. Ogni transizione è disordinata e ci sono tante sfide ancora da affrontare».
L’inflazione ha superato il 100% annuo il mese scorso e la sterlina sudanese è scesa a 141 sul dollaro al mercato nero (55 in quello ufficiale). Il sostegno ottenuto dalla comunità internazionale è comunque ben al di sotto degli 8 miliardi di dollari in aiuti che Hamdok si aspettava per dare una scossa all’economia in crisi. Va infatti tenuto conto che il Sudan ha perso quasi tutte le entrate petrolifere quando il Sud Sudan è diventato indipendente nel 2011.