Il governo del Ghana ha decretato un coprifuoco e ha inviato truppe militari e di polizia nella città di Bawku, nel nord-est del Paese, al confine con Burkina Faso e Togo. La misura risponde agli scontri mortali iniziati domenica tra due clan rivali. Nessun bilancio ufficiale delle vittime è stato finora divulgato in seguito agli scontri a Bawku, ma il governo ha deplorato la perdita di “numerose vite”. Secondo diversi media locali, ci sarebbero oltre una decina di morti. Il conflitto è stato innescato dal ritorno a Bawku di un capo tradizionale rivale.
Figura di spicco del gruppo etnico dei Mamprusi, Alhaji Seidu Abagre è tornato a Bawku la scorsa settimana dopo oltre un anno di esilio. Questo ritorno è stato reso possibile dall’annullamento del mandato di arresto emesso contro di lui, in quanto rivendicava illegalmente il titolo di capo della città, occupato da un altro gruppo, i Kusasi.
Secondo Eliasu Tanko, ricercatore e giornalista con base a Tamale interpellato da Radio France Internationale (Rfi), questo evento ha riacceso tensioni vecchie di decenni: “Sono quasi 40 anni che i Mamprusi non sono più i capi della regione. Il governo riconosce invece il capo Kusasi. Il ritorno a Bawku di Alhaji Seidu Abagre, visto come un capo rivale, ha scatenato questo nuovo conflitto”.
Conflitti mortali tra Mamprusi e Kusasi per il controllo della leadership scoppiano sporadicamente a Bawku, soprattutto dal 2021. Un accumulo di tensioni che, secondo Eliasu Tanko, potrebbe favorire l’insediamento di jihadisti nella regione: “Le forze di sicurezza non possono, la maggior parte delle volte, pattugliare i villaggi nei dintorni di Bawku, per motivi di sicurezza. Se non li pattugliano, i jihadisti potrebbero utilizzare queste aree come vie di passaggio o rifugi.”
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato a febbraio 2023, questi conflitti per la leadership e interetnici sono fattori principali nello sviluppo dell’estremismo e della radicalizzazione nelle regioni settentrionali del Ghana. L’area di Bawku si trova infatti vicino ai confini con il Burkina Faso e il Togo, una posizione che rende il conflitto particolarmente delicato, soprattutto alla luce dell’aumento di attività jihadiste nella regione del Sahel.
Le tensioni etniche a Bawku e la presenza limitata delle forze di sicurezza in alcuni villaggi circostanti sono viste come un potenziale fattore di destabilizzazione, poiché potrebbero offrire a gruppi estremisti un’opportunità per infiltrarsi o per utilizzare questi territori come basi di transito e rifugio.
Il conflitto a Bawku, nel nord-est del Ghana, è un’annosa disputa etnica e territoriale, radicata nella competizione tra i sopra citati due gruppi etnici, Mamprusi e Kusasi, per il controllo della chefferie, ovvero la leadership tradizionale e amministrativa della regione. Le tensioni, che risalgono a diversi decenni, sono periodicamente esplose in violenti scontri, con fasi di relativa calma seguite da ondate di violenza.
Tradizionalmente, i Mamprusi rivendicano il diritto alla chefferie come i legittimi capi tradizionali della regione, mentre i Kusasi, un gruppo numeroso nella regione, contestano questo diritto, soprattutto da quando sono riusciti a ottenere il controllo della chefferie attraverso riconoscimenti governativi avvenuti nel 2007.