Fiore all’occhiello della città senegalese di Thies è ancora, dopo cinquant’anni, la produzione di arazzi, prodotti tessili di alta qualità che hanno preso vita nella politica culturale del Paese per volere del primo presidente del Senegal, il poeta Leopold Sedar Senghor. Gli arazzi senegalesi sono delle opere d’arte intrecciate che hanno infatti riacquistano negli ultimi tempi popolarità internazionale.
La produzione di arazzi senegalese resiste nel tempo e si rinnova, forte di un rinnovato interesse internazionale per i tessuti tradizionali africani e per gli arazzi, come testimonia un esemplare esposto nella sede dell’Onu a New York. Punto di svolta anche le collaborazioni esterne che ne hanno rivitalizzato il mercato e l’identità: tra questi spicca il brand di moda di lusso Chanel.
La Manifattura Senegalese di Arti Decorative di Thies, dove sono nati gli arazzi tradizionali, può ancora vantare di essere l’unica fabbrica di arazzi di tutta l’Africa Occidentale.
La storia di questi intrecci ricchi di cultura e arte, riporta Voice of Africa (Voa), è strettamente legata alla figura di Leopold Sedar Senghor, il quale fondò la produzione nazionale di arazzi a Thies nel 1966, sei anni dopo che il Senegal ottenne l’indipendenza dalla Francia. Cardine di un nuovo progetto di riforma culturale e identitario, tale progetto nasceva con l’intento di “creare una nuova arte per una nuova nazione”.
L’arte degli arazzi prima di allora non era ancora conosciuta in Senegal, sebbene nel Paese fossero già diffuse diverse tecniche di tessitura, filati e attenzione per i tessuti, ma erano più rivolte ai modelli di abbigliamento. La produzione di arazzi è il risultato della spedizione, per volere di Senghor, di quattro artigiani locali in Francia, dove hanno appreso le tecniche per realizzarli. Una formazione che gli artigiani hanno portato in Senegal dove nel 1966 è stata fondata la Manifattura Senegalese di Arti Decorative a Thies, città tra le più importanti del Senegal, a 70 km a nord di Dakar. Ma il successo delle produzione di arazzi per molti anni ha perso di luce, ritrovandola solo negli ultimi anni. Lo Stato senegalese ha infatti ridotto il suo sostegno alla fabbrica dopo la morte di Senghor, e si assistette anche a un periodo in cui gli arazzi passarono di moda, portando la produzione a Thies quasi a scomparire. Gli ordini sono ripresi di nuovo negli anni 2000.
Qui, ad oggi ne vengono prodotti di tutti i tipi e dimensioni, con temi che variano dalle scena di vita quotidiana, alla natura, fino ai motivi geometrici. Oggi questa produzione è più viva che mai: “Vogliamo trasformare l’industria manifatturiera in una potenza culturale, un collegamento tra arte e turismo”, ha spiegato a Voa l’amministratore delegato dell’azienda, Aloyse Diouf.
Il prossimo passo è quello di spostare leggermente il baricentro della produzione della fabbrica, per ora molto limitata alla produzione artistica degli arazzi, verso prodotti utilizzabili nella vita di tutti i giorni. Lo stabilimento ha già cominciato a produrre tappeti da preghiera e batik e ceramiche, più convenienti rispetto agli arazzi murali, quotati all’incirca sui 2.400 dollari al metro quadrato, riporta la medesima fonte. Un progetto che vuole far avvicinare la popolazione sempre di più verso questa forma d’arte. “La proprietà di questa forma d’arte da parte dei senegalesi è un progetto a lungo termine che stiamo sviluppando invitando le scuole a visitare le fabbriche”, ha spiegato a Voa l’amministratore.