La situazione economica postbellica e la grave siccità hanno costretto il 60% degli studenti della regione etiope del Tigray ad abbandonare la scuola. Lo ha dichiarato all’agenzia si stampa turca Anadolu il responsabile dell’Ufficio regionale per l’istruzione, Ismail Abdurahman, spiegando che la regione sta lottando per riprendersi dalle conseguenze del conflitto, iniziato nel novembre 2020, che ha causato centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati.
Le ostilità si sono placate in seguito agli accordi di pace firmati in Sudafrica e Kenya nel novembre 2022, ma la regione è ancora alle prese con gli effetti a lungo termine della guerra. Questi hanno aggravato le sfide economiche e sociali, impedendoagli studenti di tornare a scuola.
“Avevamo previsto di iscrivere 2,5 milioni di studenti in tutta la regione, ma finora siamo riusciti a registrarne solo quasi un milione”, ha spiegato Abdurahman il quale ha aggiunto che molti rinunciano all’istruzione a causa delle difficoltà economiche: alcuni lavorano per mantenere le proprie famiglie, soprattutto nelle aree colpite dalla siccità.
Abdurahman ha osservato che ad aggravare ulteriormente il problema c’è il fatto che centinaia di scuole sono attualmente utilizzate come campi per gli sfollati interni, lasciando le strutture educative incapaci di ospitare gli studenti.
Le autorità continuano a incontrare difficoltà nel ripristinare il sistema scolastico mentre il Tigray, con una popolazione di quasi 6 milioni di abitanti, si sta riprendendo dal devastante conflitto durato due anni tra il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (Tplf) e il governo federale.
Moujib, insegnante di scuola superiore, ha evidenziato la crescente frustrazione degli studenti, che si sentono disillusi da un sistema educativo che ritengono non in grado di affrontare le loro difficoltà economiche a lungo termine. “Sono sconvolto dal fatto che anche studenti brillanti stiano pensando di fuggire in altri Paesi in cerca di migliori opportunità economiche, piuttosto che continuare la loro istruzione”, ha detto ad Anadolu osservando che le pressioni economiche non riguardano solo gli studenti, ma anche gli insegnanti, che sono rimasti per mesi senza stipendio.
“Quattordici mesi di stipendi non pagati ci hanno reso incapaci di insegnare adeguatamente agli studenti che si presentano, per non parlare di incoraggiare altri studenti a iscriversi”, ha detto Moujib, sottolineando che alcuni studenti sono tornati per un breve periodo, ma hanno lasciato l’istituto per intraprendere lavori di manovalanza per sostenere le loro famiglie.