Si è svolta la cerimonia di consegna di un euro simbolico al Mali e alla comunità internazionale, attraverso l’Unesco, da parte del Fondo per le vittime della Corte penale internazionale (Cpi ), in segno di risarcimento delle vittime di crimini contro i beni culturali commessi nel 2012 a Timbuctù, nel nord del Mali.
Il risarcimento simbolico è stato concesso dopo lo storico processo della Cpi a un jihadista, Ahmad Al-Faqi al-Mahdi. Per la prima volta la Corte ha considerato la distruzione di beni culturali come un crimine di guerra.
L’incontro, svoltosi presso il centro congressi di Bamako, è stato scandito da diversi interventi, dalla proiezione di un video del processo ad Al-Mahdi presso la Cpi dell’Aja e di un film sulla Piazza dei mausolei a Timbuctù. Nel suo intervento, la procuratrice della Cpi, Fatou Bensouda, ha sottolineato la natura simbolica e storica della cerimonia, che accende i riflettori sul valore del patrimonio e le conseguenze che la sua distruzione può avere sull’identità e sul benessere delle comunità. La cerimonia, ha aggiunto Bensouda, “illustra anche l’importanza della riparazione nella ricostruzione sociale nelle società violate da crimini atroci. È una buona testimonianza del nostro contributo comune all’eredità delle generazioni future”. Generazioni che “devono sapere che l’impunità non è un’opzione”.
A nome delle vittime, Harber Kounta ha affermato che i mausolei vandalizzati non hanno solo una dimensione religiosa. Rappresentavano anche un fattore di coesione sociale per tutto il Mali. “Perché i 333 santi di Timbuctù provengono da tutte le componenti etniche del Paese e simboleggiano più di ogni altra entità culturale la profonda unità della nazione maliana “.
Nel 2016, Al-Mahdi è stato condannato a una pena di nove anni per il suo coinvolgimento nell’abbattimento di una decina di mausolei e siti religiosi. I siti risalivano all’XI secolo quando Timbuctù era un’importante città commerciale e centro dell’islam Sufi. Proprio il sufismo è visto come un’eresia dai gruppi jihadisti che hanno pianificato la distruzione dei monumenti. All’epoca Al Mahdi era membro di Ansar Din, uno dei gruppi terroristici che hanno controllato il nord del Mali per circa dieci mesi nel 2012, prima di essere in gran parte cacciato da un intervento internazionale innescato nel gennaio 2013 dalla Francia.
La Corte penale internazionale ha stimato che la distruzione ha causato 2,7 milioni di euro di danni e ha ordinato risarcimenti per le vittime, il primo per la distruzione di beni culturali. In termini di riparazioni simboliche, ha ordinato il pagamento di un euro allo Stato maliano e alla comunità internazionale.
Il governo del Mali ha contribuito nel 2018 volontariamente con 20.000 dollari al Fondo le vittime. Doumbia Mama Koité, presidente del Fondo per le vittime della Cpi, ha annunciato l’inizio nel gennaio 2021 a Timbuctù di un programma pari a 2,7 milioni di euro che saranno stanziati per il risarcimento delle vittime, nell’arco dei prossimi 3 anni.
Alla cerimonia di ieri erano presidenti il capo di Stato ad interim, Bah N’Daw, il primo ministro Mpactar Ouane, il presidente del Consiglio nazionale di transizione Malick Diaw e membri del governo.
(Céline Camoin)