Si è tenuto ieri a Niamey un minivertice sulla crisi togolese tra alcuni capi di Stato dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale (Cedeao), riuniti nella capitale nigerina per discutere dell’adozione di una moneta unica sub-regionale. Al summit hanno preso parte il presidente del Togo, Faure Gnassingbé, il capo dello Stato del Niger, Mahamadou Issoufou, i presidenti del Ghana e della Nigeria, Nana Akufu Ado e Muhammadu Buhari, e l’omologo della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara. «Condanniamo la violenza, qualunque sia la sua origine», ha dichiarato Ouattara parlando alla stampa al termine dell’incontro. «Le manifestazioni devono potersi svolgere in maniera pacifica. Crediamo siano necessari dei negoziati, che portino a modifiche costituzionali», ha detto il capo dello Stato ivoriano, citando la necessità di introdurre il limite dei due mandati presidenziali. Inoltre, ha proseguito, «occorre che i responsabili delle violenze siano perseguiti». La Cedeao «non esiterà a prendere misure in questo senso».
Il Togo è dalla metà di agosto teatro di una violenta crisi politica, che vede i manifestanti dell’opposizione scendere in piazza per chiedere un ritorno alla Costituzione del 1992, che prevedeva un massimo di due mandati presidenziali, e le dimissioni del presidente Faure Gnassingbé, alla guida del Paese dal 2005. In un comunicato diffuso lo scorso 18 ottobre, alla vigilia delle due ultime manifestazioni di protesta, l’organizzazione non governativa Amnesty international ha chiesto alle forze di sicurezza togolesi di astenersi dall’uso della forza durante manifestazioni pacifiche. Dall’inizio delle proteste per chiedere una riforma della Costituzione, ovvero da metà di agosto, ricorda l’organizzazione, otto persone sono morte, di cui quattro dopo essere state colpite da proiettili.
L’escalation di tensione ha indotto la comunità internazionale a mobilitarsi. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha designato cinque capi di Stato dell’Africa occidentale per mediare nella crisi politica in corso in Togo. Si tratta dei presidenti di Benin, Burkina Faso, Ghana, Costa d’Avorio e Niger, rispettivamente Patrice Talon, Roch Marc Christian Kaboré, Nana Akufo-Addo, Alassane Ouattara e Mahamadou Issoufou, i quali incontreranno gli attori del panorama socio-politico del Togo, i rappresentanti del governo, i leader dell’opposizione e del partito al governo, così come i leader della società civile e gli ambasciatori accreditati in Togo per trovare un punto di vista comune sulle questioni su cui vi sono divergenze, come il processo di attuazione delle riforme costituzionali.
Il governo, da parte sua, ha presentato un disegno di legge all’Assemblea nazionale che dovrebbe portare all’organizzazione di un referendum costituzionale. L’opposizione, tuttavia, stima insufficienti le riforme proposte dall’esecutivo, disponibile a reintrodurre il limite dei due mandati presidenziali e uno scrutinio a due turni. Ma le disposizioni non sono “retroattive” e consentirebbero all’attuale capo dello Stato di candidarsi nuovamente nel 2020 e nel 2025, restando potenzialmente al potere fino al 2030.
(25/10/2017 Fonte: Agenzia Nova)