Due avvocati e due giornalisti sono stati arrestati negli ultimi giorni, con metodi discutibili, suscitando aspre reazione tra i colleghi e la società civile.
L’Ordine nazionale degli avvocati di Tunisia è nuovamente in sciopero, oggi, giornata di protesta organizzata davanti al tribunale di Tunisi. Il malcontento degli avvocati è sempre legato all’arresto del collega Mehdi Zagrouba, ma questa volta, l’ordine denuncia che è stato “torturato”.
“Mehdi Zagrouba presenta tracce di violenza fisica su diverse parti del suo corpo, esaminate dal giudice istruttore, il che conferma che è stato torturato durante la sua detenzione”, si legge nel comunicato stampa. L’Ordine ritiene “gli agenti del ministero degli Interni che lo hanno aggredito pienamente responsabili degli attacchi e delle torture del loro collega, che sono stati iscritti nel registro delle indagini”.
Il presidente tunisino Kais Saied ha inviato un messaggio agli avvocati tramite un incontro con la ministra della Giustizia, Leila Jaffel, ieri al Palazzo di Catargine. “Nessuno è al di sopra della legge e che tutti i cittadini sono uguali davanti ad essa”, ha sottolineato Saied. Il presidente ha tuttavia sottolineato che non c’è alcun confronto in atto con gli avvocati, e che tutti hanno diritto alla difesa.
Il capo dello Stato ha spiegato che quanto accaduto nei giorni scorsi non ha nulla a che fare con la professione, ma riguarda persone che “hanno osato denigrare il loro Paese sui media e che hanno aggredito violentemente una guardia di sicurezza”. Ha aggiunto che coloro che denigrano il loro Paese e coloro che hanno commesso il reato di aggressione a un funzionario pubblico nell’esercizio delle sue funzioni non possono rimanere fuori dal cerchio delle responsabilità e delle punizioni.
Saied ha ricordato che lo Stato tunisino è tenuto, come prevede l’articolo 36 della Costituzione, a garantire a ciascun detenuto il diritto a un trattamento umano che ne preservi la dignità, prima di sottolineare che coloro che umiliano il loro Paese in patria sono “protetti da ambienti ufficiali e non ufficiosi all’estero”.
Saied ha inoltre precisato che la Casa dell’Avvocato – dove sono avvenuti gli arresti, Ndr – si trova sul territorio tunisino e che non è soggetta al regime di non territorialità. “Quello che è successo è avvenuto nel pieno rispetto della legge tunisina, che garantisce l’uguaglianza e il diritto ad un giusto processo”, ha sottolineato.