Anche la Chiesa cattolica della Guinea sembra volersi posizionare politicamente sulla gestione della transizione, con il governo della giunta militare che continua a non indicare un orizzonte chiaro e preciso per la restituzione del potere ai civili.
All’inizio di maggio, durante il pellegrinaggio a Boffa, la Conferenza episcopale della Guinea infatti ha pubblicato una lettera aperta in cui “invita le autorità a chiarire con urgenza il calendario della transizione, il suo programma, la sua strategia e i suoi obiettivi”. Fino ad oggi la lettera è circolata in modalità semi-clandestina tra le diocesi e le chiese, passando di mano da vescovi e prelati, e soltanto adesso è finita sulla homepage di tutti i principali siti di informazione della Guinea. Secondo quanto riporta Rfi in realtà i vescovi della Guinea avevano registrato dei video in cui leggevano la lettera aperta, montando il tutto in un filmato che era stato inviato alla tv pubblica della Guinea, la Rtg; quel video non è mai andato in onda.
Nella lettera, la Conferenza episcopale guineana fa appello anche ai partiti e alle organizzazioni di opposizione affinché partecipino alla definizione di “un nuovo quadro di dialogo, veramente inclusivo”. I vescovi dipingono un quadro “preoccupante” della situazione politica e sociale nel Paese: disoccupazione, inflazione, carenza di acqua ed elettricità, crescente insicurezza, “tutto sembra andare sprecato” in un Paese “senza timone”.
Louis Gbilimou, segretario generale della conferenza episcopale guineana, ha detto a Rfi che “ci stiamo avviando verso la fine di questa transizione e nn può esserci alcun cambiamento o estensione senza un accordo, in armonia con tutti”. I vescovi della Guinea contestano alle autorità anche il loro “mutismo” che è “fonte di ansia e paura” nella popolazione.