Cooperazione con l’Egitto per eliminare i gruppi jihadisti attivi in Libia, linea diretta tra il governo libico basato a Tobruk e quello egiziano, impegno congiunto con il Cairo per continuare i raid aerei in territorio libico. Questi i punti più rilevanti toccati dal primo ministro libico Abdullah al-Thinni in un’intervista rilasciata al giornale Asharq al-Awsat.
“La crescita del terrorismo negli ultimi mesi costituire una reale minaccia alla sicurezza e alla stabilità della Libia” ha detto al-Thinni. “Non abbiamo mai avuto nel nostro territorio gruppi come l’Isis – ha sostenuto il capo del governo di Tobruk – ma adesso le loro bandiere nere possono essere viste in diverse parti del paese fino a Tripoli, Sabratha, Sirte e Bin Jawad. Larghe parti della Libia sono sotto controllo di gruppi terroristici”.
Al-Thinni ha quindi accusato la comunità internazionale di aver abbandonato la Libia e allo stesso tempo di aver imposto un embargo alle armi che starebbe ostacolando la lotta contro l’Isis. Sul capitolo delle responsabilità internazionali, il capo del governo ha decisamente puntato il dito contro la Turchia: “Sebbene nel recente passato abbiamo prove che Sudan e Qatar abbiano sostenuto gruppi terroristici, oggi è dalla Turchia che arriva un impatto negativo sulla sicurezza e sulla stabilità della Libia. Finora la posizione assunta dalla Turchia non è stata corretta e noi saremo costretti a prendere contromisure. Alla fine a perdere gli investimenti fatti in Libia saranno le imprese turche”.
Lo stesso al-Thinni non ha poi escluso che ci sia ancora spazio di dialogo con il governo rivale di base a Tripoli e ha allo stesso tempo sottolineato il sostegno fornito al suo governo da Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. – Atlasweb
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