di Andrea Spinelli Barrile
Più armi e truppe russe in arrivo in Burkina Faso. Lo ha promesso, da Mosca, il primo ministro burkinabé Apollinaire Joachim Kyelem de Tambela, che è in Russia per guidare la delegazione del suo Paese ai “Burkina days” e che per l’occasione è stato intervistato da Iniziativa africana, portale russo di informazione sull’Africa legato al Cremlino. “Quando acquisiamo armi russe, abbiamo bisogno di istruttori che vengano ad addestrare i nostri militari sul posto. Il loro numero dipenderà dal volume delle armi e dalle necessità che avremo. Quindi questa cooperazione si svilupperà e diventerà più forte”, ha detto il primo ministro alla testata russa.
Secondo Tambela, il Burkina Faso ha attualmente bisogno di “potenziare” le proprie capacità di combattimento per contrastare il terrorismo e difendere la propria sovranità e secondo il governo burkinabé la Russia è “il partner più adatto a tale cooperazione, poiché è l’unica potenza militare in grado di resistere all’Occidente”.
“Abbiamo pensato che la cooperazione militare con la Russia potesse aiutarci a superare questo problema”, ha detto Tambela riferendosi al terrorismo: “Le nostre esigenze in questo settore sono enormi. Ci sono già risultati concreti: sono già state inviate armi dalla Russia al Burkina Faso e sono in corso negoziati per migliorare le attrezzature del nostro Paese”.
Ma le forniture non sono stato l’unico tema di discussione. Tambela ha infatti confermato, per la prima volta in via ufficiale da parte del governo di Ouagadougou, che Africa corps, il corpo africano dell’esercito russo, è presente in Burkina Faso dallo scorso mese di gennaio per progetti di “cooperazione a breve termine”, dicendosi “soddisfatto” dei risultati: “I nove mesi trascorsi da gennaio non sono tanti per dare un giusto bilancio, ma credo che possiamo dire che siamo già soddisfatti dei primi risultati. Possiamo solo augurarci che questa interazione tra le due parti venga rafforzata e che la cooperazione progredisca ulteriormente. Credo che tutto stia andando bene e per ora non abbiamo nulla di cui preoccuparci”.
Due giorni fa il ministro della Difesa russo Andrei Belusov aveva avuto un colloquio con il primo ministro del Burkina Faso, con cui aveva fatto il punto sulla cooperazione militare, le forniture di armi e discusso le attuali aree di interazione tra i due Paesi.
Della presenza di specialisti russi in Burkina si parlava da tempo ma nessuno aveva mai confermato le informazioni che circolavano: tra il 15 e il 18 giugno 2024 un aereo di Abakan Air, un Il-76 per trasporto militare, ha effettuato 11 voli tra Bamako, in Mali, Gao, nel nord del Mali, e Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. A bordo c’erano gli Orsi, o meglio la Bears, l’81esima brigata russa di volontari Specnaz, denominata appunto Bears, trasferiti in Burkina Faso come parte del contingente russo Africa Corps. Spesso identificati come una compagnia militare privata, parte dell’azienda di sicurezza Redut, in realtà sono una struttura semi-formale del ministero della Difesa russo, controllata completamente dal Gru, i servizi segreti delle Forze armate russe. La Redut, a sua volta, è un’organizzazione ombrello comprendente circa 20 compagnie private più piccole, tutte sotto il controllo della Difesa di Mosca.
In Burkina Faso i Bears, che dal punto di vista del brand sono decisamente più accettabili a livello internazionale, si sono anche occupati di reclutare nuovi mercenari, offrendo stipendi che vanno dai 2500 ai 4000 dollari al mese e attrezzature complete.
Tuttavia, alla fine di agosto, i Bears erano stati richiamati in Russia per essere schierati sul campo nel conflitto contro l’Ucraina dopo l’invasione ucraina dell’oblast di Kursk.