Una folla gremita di persone ha ballato senza sosta ieri sera al ritmo inconfondibile del chitarrista nigerino Bombino, stella internazionale del desert blues che si è esibito nel giardino della Triennale di Milano assieme alla sua band. Difficile rimanere fermi davanti a quei ritmi che risvegliano l’anima e incantano ad ogni nota.
Un concerto basato sull’ultimo album del musicista nigerino Bombino, intitolato Sahel, pubblicato con l’etichetta Partisan records ha incantato e coinvolto una folla di persone raccolte nel Giardino della Triennale di Milano ieri sera, applaudendo e chiedendo a gran voce il bis a fine esibizione. Un sound tuareg affascinante e contagioso che si unisce a melodie rock, blues e reggae capaci di conquistare negli anni un pubblico sempre più ampio.
Goumar Almocta, nome d’arte Bombino è nato nel 1980 e cresciuto in Niger ad Agadez. Membro dei Tuareg Ifoghas, gruppo nomade che discende dai berberi del Nord Africa, nonostante negli anni sia diventato una star internazionale, per le sue canzoni usa ancora il tamasheq, la lingua tuareg.
Una storia personale che è stata attraversata dai diversi movimenti di liberazione dei Tuareg. “Sono scappato da Agadez tre volte – ci ha racconta Bombino in un’intervista, qualche anno fa – La prima nel 1990, quando ci fu la prima rivolta tuareg e mi rifugiai in Algeria. La seconda da adolescente: attraversai da solo il Sahara e andai dai cugini in Libia, senza chiedere il permesso ai miei. La terza nel 2007, quando la chitarra tuareg fu proibita perché simbolo della seconda ribellione. Ma sono sempre tornato a casa. Ora, quando non sono in tournée, vivo a Niamey, la capitale, con mia moglie, le mie figlie e la mia famiglia”.
L’incontro con la musica è avvenuto durante i periodi di esilio ed è stato per lui amore a prima vista: un giorno si trova per caso tra le mani una una chitarra dimenticata dai parenti e, piano piano, scopre una passione che gli cambierà la vita. Le sue sonorità ricordano quelle dei Tinariwen, “ma le sue melodie elettrizzanti, che racchiudono lo spirito della resistenza e della ribellione, trasudano un groove irresistibile” scrivono gli organizzatori.
Il desert blues di Bombino ha attirato negli anni l’entusiasmo di stelle della musica internazionale come Stevie Wonder, Robert Plant, Keith Richards, Dan Auerbach dei The Black Keys che sono saliti con lui nel palchi di tutto il mondo.