L’impegno civico dei giovani in Africa, dove l’età media della popolazione è di diciannove anni, è sempre più visibile e in crescita. Tra le questioni che stanno a cuore a chi sta costruendo il proprio futuro, ci sono temi caldi come l’ambiente, la difesa dei diritti civili, la libertà di espressione, l’uguaglianza di genere, con una moltitudine di attivisti giovani, preparati e in prima linea per far sentire la propria voce. Oggi vi parliamo dell’attivista tunisina Aya Chebbi,36 anni, nominata da Forbes tra le cinquanta donne più potenti d’Africa
Aya Chebbi, 36 anni, è una diplomatica tunisina e un’attivista panafricana e femminista. È diventata la prima inviata dell’Unione africana per la gioventù nel novembre 2018 la più giovane diplomatica presso il gabinetto del presidente della Commissione dell’Unione africana. Il suo impegno a favore della democrazia l’ha portata ad essere conosciuta in tutto il mondo, in particolare durante la sua attività di blogger politica durante la rivoluzione tunisina del 2010/2011.
Aya si è laureata in Relazioni Internazionali all’Università di Tunisi El Manar, è stata Fulbright Scholar presso la Georgia Southern University e Mo Ibrahim Foundation Scholar per il suo Master in Politiche Africane presso la SOAS, Università di Londra.
In dieci anni Chebbi ha rivoluzionato lo spazio di partecipazione politica per i giovani, non solo in Tunisia, ma in tutto il continente, puntando sulla creazione di piattaforme online come Afrika Youth Movement, divenuto uno dei più grandi movimenti africani guidati da giovani. Tra le sue idee per portare al centro della scena politica i giovani e le loro idee c’è anche Afresist, un think tank che documenta il lavoro giovanile in Africa.
Uno dei temi che stanno a cuore all’attivista è sicuramente la difesa e la promozione dei diritti delle donne. Per questo ha fondato Nala Feminist Collective, “una piattaforma multigenerazionale di donne politiche e attiviste che lottano per la liberazione delle donne e delle ragazze africane”, si legge sul sito. Già nel 2013, Chebbi ha co-fondato con le blogger femministe, Konda Delphine dal Camerun e Rose Wachuka dal Kenya, l’iniziativa Voice of Women (VOW-I), un collettivo femminista che dà potere alle donne attraverso la difesa e l’accesso allo spazio digitale.
L’attivista ha inoltre fatto parte del Consiglio mondiale dei rifugiati, del Gruppo indipendente dell’OMS per la preparazione e risposta alla pandemia, del Consiglio internazionale progressista, della Commissione indipendente di Oxfam sulla cattiva condotta sessuale, tra gli altri che hanno prodotto rapporti pionieristici nei campi umanitari, di genere e di sviluppo. Ha ricevuto il Gates Campaign Award. Nominata da Forbes tra le cinquanta donne più potenti d’Africa, Chebbi compare anche nell’elenco dei 100 africani più influenti della rivista New African Magazine.