Si è chiuso nei giorni scorsi a Tunisi il progetto della Cooperazione Italiana “Stabilizzazione e Sviluppo Socio-Economico delle Regioni Costiere Tunisine-Nemo Kantara” che mira a migliorare i modelli di produzione e consumo in un’ottica di crescita economica positiva e sostenibile nelle aree costiere tunisine.
Finanziato con 5 milioni di euro dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale attraverso l’Aics, “Nemo Kantara” è stato realizzato per tre anni nei governatorati di Gabes e Medenine dal centro internazionale di ricerca Ciheam di Bari, in stretta collaborazione con il Ministero della Agricoltura, risorse idriche e pesca.
Il progetto ha permesso di rafforzare le organizzazioni degli operatori della pesca e degli attori istituzionali a Gabes e Medenine, creando così sinergie per la gestione sostenibile delle risorse naturali e un miglioramento della competitività del settore.
I cinque pontili realizzati nell’ambito del progetto garantiscono oggi la vicinanza delle strutture di imbarco e sbarco, fondamentali non solo per lo sviluppo socio-economico dei pescatori artigianali e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro, ma anche per la valorizzazione qualitativa dei prodotti ittici e igiene.
Allo stesso modo, il mercato del pesce Houmet Souk è stato ricostruito per facilitare l’accesso a pescatori e clienti, nonché per promuovere l’accesso all’acqua grazie al rubinetto intelligente tramite Sms. Queste stazioni di approvvigionamento idrico sono state installate in altri 3 porti dell’isola di Gerba, al fine di evitare lo spreco di acqua ed energia durante le operazioni di routine dei pescatori.
Inoltre, al fine di diversificare i redditi degli operatori della pesca, il progetto ha offerto più di 800 microcrediti a giovani e donne per la creazione o il rafforzamento di microimprese nei settori dell’artigianato, del commercio, dell’agricoltura e della pesca. “Nemo Kantara” ha inoltre sostenuto 40 progetti imprenditoriali per raccoglitori e pescatori di vongole e 4 start-up di giovani diplomati delle scuole di pesca. Più di 500 persone sono state individualmente supportate nella formulazione di un business plan per l’attività di finanziamento e creazione d’impresa.
“Stiamo agendo per risultati concreti che, al di là delle cifre, significhino più empowerment e occupazione in settori ad alto valore economico per la Tunisia, ma in generale produzioni più locali e rispettose delle risorse naturali”, ha dichiarato l’ambasciatore d’Italia a Tunisi, Fabrizio Saggio.
“L’approccio del Ciheam di Bari pone al centro la formazione e il trasferimento delle competenze, creando una catena del valore della conoscenza capace di realizzare un reale sviluppo sostenibile. Le 12.000 ore di formazione erogate nell’ambito del programma hanno coinvolto non solo esperti tunisini, ma anche i migliori rappresentanti del sistema Italia nei campi della ricerca, della formazione e dell’agricoltura, diventando così un modello di dialogo mediterraneo con l’Italia come principale interlocutore”, ha indicato il vicedirettore del Ciheam Bari, Biagio Di Terlizzi.