Non è ancora finito il caso giudiziario che vede in carcere la cantante maliana Rokia Traoré, inseguita da un mandato d’arresto belga per effetto del quale si trova detenuta nel carcere femminile di Civitavecchia, vicino Roma, in attesa di essere estradata in Belgio. Una procedura che l’artista e la sua legale contestano in ogni sua forma.
Secondo quanto informa la difesa dell’artista maliana, l’avvocata Maddalena Claudia Del Re, il 19 novembre ci sarà un’udienza presso la Corte di Cassazione in cui sarà discussa una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla legale: “La procedura belga, ad avviso della difesa, è in contrasto con i principi costituzionali italiani e con le Convenzioni internazionali sul giusto processo. La sentenza di condanna di Rokia Traoré in Belgio è stata emessa in assenza della imputata, senza comunicazioni formali dell’avvio del procedimento e, soprattutto, senza la presenza di un difensore della signora Traoré” spiega l’avvocata Del Re.
Rokia Traoré, arrivata a Roma il 20 giugno per un concerto al Parco archeologico del Colosseo, è protagonista di una diatriba con l’ex-compagno Jan Goosens sull’affidamento della figlia. Un tribunale belga, nel 2019, ha affidato la bambina, che oggi ha nove anni e vive in Mali, al padre, ex-direttore del Festival di Marsiglia, mentre sullo stesso caso un tribunale maliano ha invece affidato la piccola alla madre. A marzo 2020 Traoré fu già arrestata in Francia e posta sotto controllo giudiziario in attesa che le autorità francesi e belghe si accordassero per la consegna della minore. Il Covid però ha reso tutto molto complicato e Traoré, a maggio 2020, riuscì a partire clandestinamente con un volo privato per Bamako, lasciando le autorità giudiziarie e doganali francesi in una situazione di forte imbarazzo.
Arrestata a Fiumicino per effetto di un mandato di cattura internazionale spiccato dal Belgio, inizialmente la Corte d’Appello di Roma ha bloccato l’estradizione, accogliendo le eccezioni della difesa e rinviando in via pregiudiziale il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di Lussemburgo, che tuttavia, spiega l’avvocata Del Re, “ha ritenuto prevalente il principio del rapporto di fiducia e riconoscimento tra Stati dell’Ue sul principio del diritto di difesa”. Per tale ragione, la Corte d’Appello ha poi predisposto lo scorso 26 settembre la consegna di Rokia Traoré alle autorità del Belgio “entro dieci giorni”, bloccata dal ricorso in Cassazione di cui si discuterà il 19 novembre.