In Burkina Faso, diversi ufficiali delle forze armate, tra cui l’ex presidente della transizione – da gennaio a settembre 2022 – Paul-Henri Sandaogo Damiba (nella foto), sono stati licenziati dall’attuale leader del Paese, il capitano Ibrahim Traoré, attraverso una serie di decreti. A questi ufficiali è imputato un reato considerato grave: un attentato alla dignità militare, caratterizzato dall’intenzione di imbracciare armi contro lo Stato e di nuocere alla difesa nazionale.
Secondo diversi decreti firmati mercoledì scorso dal presidente della transizione del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, sono stati licenziati un totale di 16 ufficiali e sottufficiali di diverso grado. Tra loro c’è il tenente colonnello Damiba, esiliato in Togo dalla sua caduta nel settembre 2022: il predecessore di Ibrahim Traoré è accusato di “cattiva condotta considerata particolarmente grave”, caratterizzata da “azioni di intelligence con una potenza straniera e terroristi”, al fine di promuovere la loro impresa contro il Burkina Faso.
Anche il tenente colonnello Evrard Somda, ex capo di stato maggiore della Gendarmeria nazionale, arrestato diversi mesi fa e tenuto in incommunicado, non fa più parte delle forze armate burkinabè. Lo stesso vale per il colonnello Yves-Didier Bamouni, ex comandante delle operazioni di lotta al terrorismo. Vengono rimossi dai ranghi dell’esercito anche il tenente colonnello Check Hamza Tidiane Ouattara, ex comandante della legione speciale della gendarmeria nazionale, e il comandante Alphonse Zorma, ex procuratore della giustizia militare a Ouagadougou. Oltre all’intenzione di “portare armi contro lo Stato”, sono accusati, secondo i decreti, di essere responsabili di “un tentativo di demoralizzare forze armate o popolazioni” al fine di nuocere alla difesa nazionale.