Un accordo di pace tra il governo di Kinshasa e i ribelli del Movimento 23 marzo (M23) sarà firmato lunedì a Kampala: ad annunciarlo è il governo ugandese, mediatore tra le due parti, che ha confermato la presenza sul proprio territorio di Sultani Makenga, capofila della ribellione che ha comunicato la fine delle ostilità contro l’esercito congolese. Secondo Kampala, la sorte di Makenga e degli altri 1500 ex combattenti che nelle ultime ore si sono consegnati alle autorità ugandesi “sarà decisa nell’ambito dell’accordo di pace che sarà firmato lunedì”.
La notizia – che non ha finora ricevuto conferme dai diretti interessati, giunge un po’ a sorpresa e smentisce quanto affermato dal portavoce dell’esecutivo congolese Lambert Mende. Quest’ultimo due giorni fa, alla luce delle vittorie ottenute sul terreno aveva dichiarato che “l’M23 si è sciolto dichiarando di mettere fine alla sua lotta armata. Quindi non rappresenta più un interlocutore valido per la firma di un qualunque accordo con il governo”.
Secondo Kampala, l’accordo definirà in dettaglio “la situazione dei ribelli caso per caso: ci sono quelli che sono ricercati dalla giustizia internazionale, altri che vogliono essere integrati nelle Forze armate e altri ancora che chiedono solo di tornare a casa”. Il governo del presidente Yoweri Museveni ha già affermato chiaramente che non intende consegnare a qualsiasi istanza internazionale i ricercati per crimini di guerra, come lo stesso Makenga.
Diversa, tuttavia, sembra la posizione del governo congolese che si è detto pronto a firmare “un documento che sancisca la fine dell’M23 e la sua definitiva sconfitta. Il rappresentante di Kinshasa François Muamba, infatti, ha ribadito chiaramente che il governo “non è disposto a firmare cose in disaccordo con la nostra Costituzione” o che “diano l’impressione di volerci rubare la nostra vittoria”. – Misna