L’Africa subsahariana ospita più del 26% della popolazione mondiale di rifugiati. Sono oltre 18 milioni le persone di questa regione che hanno cercato rifugio all’estero o in altre zone del proprio Paese per fuggire a guerre, violenze, intimidazioni, persecuzioni politiche o religiose. Il loro numero è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, in parte a causa delle crisi in Repubblica Centrafricana, Nigeria, Sud Sudan, ma anche per le tensioni nella regione dei Grandi Laghi e in Yemen.
A denunciarlo è l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) in un rapporto pubblicato in occasione della Giornata internazionale del rifugiato, che si celebra oggi, 20 giugno. Quello dei rifugiati è un problema mondiale. Secondo Acnur, il numero di profughi a causa di conflitti in tutto il mondo ha superato i 70 milioni, la cifra più alta mai registrata. Filippo Grandi, Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha dichiarato alla Bbc che i Paesi più poveri stanno subendo il peso della crisi e che i Paesi più ricchi dovrebbero fare molto di più per offrire aiuto.
Nel 2018 il Paese che ha «prodotto» più rifugiati è stato il Venezuela, colpito da una grave crisi politica ed economica. Ma secondo i dati delle Nazioni Unite, oltre due terzi di tutti i rifugiati provengono da soli cinque Paesi: Siria (6,7 milioni), Afghanistan (2,7 milioni), Sud Sudan (2,3 milioni), Birmania (1,1 milioni) e Somalia (900.000). Due tra i cinque Paesi sono quindi africani. A questi va aggiunta l’Etiopia. Secondo Acnur, gli etiopici hanno il maggior numero di sfollati al mondo (persone che sono scappate, ma hanno trovato un rifugio all’interno del loro stesso Paese): nel 2018, sono stati 1,5 milioni, più del doppio rispetto al 2017, e fuggono soprattutto a causa delle violenze inter-etniche.