Il ministero degli Esteri del Kenya ha detto ieri di stare lavorando per trasformare la sua missione di sicurezza ad Haiti in un’operazione delle Nazioni unite a seguito dell’interruzione dei finanziamenti statunitensi. Lo ha detto all’agenzia turca Anadolu, in esclusiva, Korir Sing’oei, segretario principale del ministero degli Esteri, secondo cui comunque, nonostante il blocco dei fondi da parte degli Stati Uniti per 90 giorni, la missione sull’isola resterà operativa con le risorse esistenti: “È del tutto infondato che gli Stati Uniti abbiano ordinato all’Onu di congelare i finanziamenti”, ha detto il funzionario, quantificando in circa 600 milioni di dollari l’impegno di Washington per la missione Multinational security support (Mss), una quota significativa della quale è già stata erogata.
Sing’oei spiega che il congelamento dei fondi americani blocca l’erogazione al fondo fiduciario Mss di circa 15 milioni di dollari immediati ma, aggiunge, attualmente la missione ha 110 milioni di dollari per continuare le operazioni: “Siamo molto fiduciosi che altri Paesi saliranno a bordo”, ha aggiunto. Relativamente al fatto che anche gli enti beneficiari devono bloccare i pagamenti con i fondi statunitensi per effetto del blocco imposto da Trump, Sing’oei ha detto che nel caso della Mss non sarebbe possibile bloccarne l’utilizzo “perché si tratta di denaro già erogato”, ma questo punto delle sue dichiarazioni resta controverso.
Sing’oei ha detto che si sta progettando di trasformare la missione in un’operazione delle Nazioni unite, il che consentirebbe di accedere ai contributi direttamente dai fondi statutari delle Nazioni Unite, bypassando così il problema del blocco americano.
Il Kenya guida la Missione di supporto alla sicurezza multinazionale ad Haiti, autorizzata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite nell’ottobre 2023, con l’obiettivo di assistere la polizia nazionale haitiana nel combattere la crescente violenza delle gang e nel ristabilire la sicurezza.