Annunciati i vincitori mondiali del World Press Photo 2024. Storie sulle guerre a Gaza e in Ucraina, sulla migrazione, sulla famiglia e sulla demenza sono in cima al concorso World Press Photo 2024. In apertura vediamo la foto premiata come World Press Photo Story of The Year. Madagascar: Paul Rakotozandriny, “Dada Paul”, 91 anni, e sua nipote Odliatemix si preparano per andare in chiesa. Il nonno convive con la demenza da 11 anni. Per gran parte del tempo la sua famiglia pensava che fosse “impazzito” o attribuiva i sintomi al consumo di alcol. Solo sua figlia Fara ha notato qualcosa di diverso e ha continuato a prendersi cura di lui.
Sono stati resi noti i vincitori mondiali del World Press Photo 2024. Insieme, queste immagini vincitrici, selezionate tra migliaia di candidature, mostrano l’importanza della fotografia giornalistica e documentaristica e sono una testimonianza del coraggio, dell’abilità e dell’empatia mostrati dai fotografi di tutto il mondo.
Si prevede che la World Press Photo Exhibition 2024 sarà esposta in oltre 60 località in tutto il mondo, tra cui Amsterdam, Londra, Berlino, Roma, Città del Messico, Rio de Janeiro, Hong Kong, Taipei, Sydney, Toronto e Tunisi.
I vincitori globali del World Press Photo Contest 2024 sono:
FOTO STAMPA MONDIALE DELL’ANNO
Una donna palestinese abbraccia il corpo di sua nipote
Mohammed Salem, Palestina, Reuters
Il fotografo descrive questa foto, scattata pochi giorni dopo il parto di sua moglie, come un “momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”.
Mostra Inas Abu Maamar (36) che culla il corpo di sua nipote Saly (5) che è stata uccisa, insieme a sua madre e sua sorella, quando un missile israeliano ha colpito la loro casa, a Khan Younis, Gaza.
La giuria ha commentato come l’immagine sia stata composta con cura e rispetto, offrendo allo stesso tempo uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile. Questo fotografo è stato premiato per lo stesso argomento più di dieci anni fa.
STORIA FOTOGRAFICA DELL’ANNO PER LA STAMPA MONDIALE
Valim-babena
Lee-Ann Olwage, Sudafrica, per GEO
In Madagascar, la mancanza sensibilizzazione sulla demenza senile fa sì che le persone che mostrano sintomi di perdita di memoria siano spesso stigmatizzate. Paul Rakotozandriny, “Dada Paul”, 91 anni, che convive con la demenza, è assistito da anni dalla figlia Fara Rafaraniriana, 41 anni. La loro storia illustra il principio malgascio del valim-babena: il dovere dei figli adulti di aiutare i propri genitori.
Questo reportage firmato da Lee-Ann Olwage per GEO lavoro è stato premiato nella sezione Africa – Long-term projects del World Press Photo Contest 2024, il più prestigioso concorso fotogiornalistico internazionale. Con il suo approccio dignitoso e intimo, questo progetto presenta un’altra prospettiva sulla questione, in risonanza con le famiglie di tutto il mondo, sfidando allo stesso tempo gli stereotipi dell’Africa incentrati sulle emergenze umanitarie.
Foto di apertura: Papà Paul e sua nipote Odliatemix si preparano per andare in chiesa. Il nonno convive con la demenza da 11 anni. Per gran parte del tempo la sua famiglia pensava che fosse “impazzito” o attribuiva i sintomi al consumo di alcol. Solo sua figlia Fara ha notato qualcosa di diverso e ha continuato a prendersi cura di lui.
WORLD PRESS PHOTO LONG-TERM PROJECT AWARD
Le Due Mura
Alejandro Cegarra, Venezuela, The New York Times/Bloomberg
Dal 2019, le politiche di immigrazione del Messico hanno subito un cambiamento significativo, trasformandosi da una nazione storicamente aperta ai migranti e ai richiedenti asilo al suo confine meridionale a un paese che applica rigorose politiche di immigrazione.
Attingendo alla sua esperienza diretta di migrazione dal suo nativo Venezuela al Messico nel 2017, il fotografo Alejandro Cegarra ha avviato questo progetto nel 2018. La giuria ha ritenuto che la posizione di questo fotografo come migrante offrisse una prospettiva sensibile centrata sull’uomo che si concentra sul agency e resilienza dei migranti.
WORLD PRESS PHOTO OPEN FORMAT AWARD
La guerra è personale
Julia Kochetova, Ucraina
Tra decine di migliaia di vittime civili e militari e una situazione di stallo che dura da mesi, non ci sono segnali di pace all’orizzonte per la guerra della Russia in Ucraina.
Mentre i media aggiornano il loro pubblico con statistiche e mappe, e l’attenzione internazionale si sposta altrove, il fotografo ha creato un sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile documentaristico personale di un diario per mostrare al mondo cosa vuol dire convivere con la guerra come una quotidianità. la realtà.
Questo progetto intreccia immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica in collaborazione con un illustratore e DJ ucraino.
Il direttore esecutivo del World Press Photo, Joumana El Zein Khoury, ha dichiarato:
“Ciascuno di questi fotografi vincitori conosce intimamente e personalmente i propri argomenti. Questo li aiuta a portare una comprensione più profonda al resto di noi, che si spera porti all’empatia e alla compassione. Sono grato per la loro dedizione, coraggio, professionalità e competenza.
Il lavoro dei fotografi giornalistici e documentaristi di tutto il mondo è spesso svolto ad alto rischio. Lo scorso anno, il bilancio delle vittime a Gaza ha spinto il numero dei giornalisti uccisi a un livello quasi record. È importante riconoscere il trauma che hanno vissuto per mostrare al mondo l’impatto umanitario della guerra”.
La presidente della giuria globale, Fiona Shields, responsabile della fotografia presso The Guardian, ha dichiarato:
“Tutte le immagini vincitrici hanno un tale potere di trasmettere un momento specifico, risuonando anche al di là del soggetto e del tempo. Questo è ciò che speravamo di trovare. La nostra Foto dell’anno racchiude davvero questo senso di impatto; è incredibilmente commovente da vedere e allo stesso tempo un argomento a favore della pace, che è estremamente potente quando la pace a volte può sembrare una fantasia improbabile.
Molti fotografi stanno attualmente lavorando in circostanze davvero impegnative e quasi inimmaginabili, quindi quest’anno volevamo assicurarci di applaudire l’intera ampiezza del lavoro presentato.”