Tanzania alle urne con Zanzibar in testa

di Enrico Casale
simbolo della tanzania

elezioni in tanzaniaIn Tanzania la campagna elettorale entra nel vivo. Domenica 25 ottobre, i cittadini saranno chiamati a scegliere il nuovo Presidente. Il favorito per la massima carica è John Magufuli, compagno di partito (Chama Cha Mapinduzi) del capo di Stato uscente Jakaya Kikwete. Il principale sfidante è Edward Lowassa, ex primo ministro, passato all’opposizione dopo la sconfitta alle primarie. Rappresenterà Umoja wa Katiba ya Wananchi (Ukawa), una nuova alleanza della quale fanno parte anche il Civic United Front e Chadema, partito di opposizione forte nella Tanzania continentale.

Sullo sfondo di questa tornata elettorale rimane la questione di Zanzibar e della sua autonomia. Zanzibar è un arcipelago che fa parte della Tanzania dal 1964. Da sempre il rapporto fra il Governo centrale di Arusha e Zanzibar si è rivelato difficile a causa del permanere nell’arcipelago di spinte indipendentiste. E, anche internamente allo stesso arcipelago, in particolare fra le due isole principali di Unguja e Pemba, si verificarono numerosi attriti, occasionalmente sfociati in scontri violenti.

Da sempre il Civic United Front (Cuf), partito molto forte a Zanzibar, promette di sconfiggere il partito al governo della federazione. Un obiettivo quasi raggiunto nel 2010, quando il candidato del Cuf alla Presidenza di Zanzibar Seif Sharif Hamad, aveva ottenuto il 49% dei consensi. Da allora l’arcipelago è amministrato da un esecutivo di coalizione formato dal Cuf e dal Chama Cha Mapinduzi. Questa coalizione non è però riuscita a trovare un’intesa sulla forma più adatta a governare i rapporti tra le isole e la terraferma. Il Cuf ha posizioni autonomiste, ma nell’arcipelago si stanno affermando con sempre maggiore forza posizione indipendentiste. Queste sono portate avanti soprattutto dal partito Uamsho, una formazione islamista che chiede il distacco da Arusha.

La questione di una maggiore autonomia potrebbe essere risolta con un referendum. La consultazione, più volte annunciata, avrebbe dovuto tenersi in questi giorni, ma è stata rimandata per non farla coincidere con le elezioni presidenziali. Sarà il nuovo Presidente, non appena eletto, a riprendere in mano il delicato dossier.

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