Stretta sui diritti civili in Tanzania. Nei giorni scorsi, John Magufuli ha lanciato una politica estremamente repressiva contro gli omosessuali. Appoggiato anche da Paul Makonda, governatore di Dar Es Salaam e membro del partito di governo Chama Cha Mapinduzi, il capo di Stato ha approvato una vera e propria persecuzione nei confronti dei gay.
Da questa settimana, in tutto il Paese una sorta di «caccia alle streghe»: è stata istituita una squadra speciale governativa che setaccerà i profili social di tutti i cittadini per individuare quelli appartenenti a persone omosessuali. Questo team sarà composto non solo da agenti di polizia, ma anche da psicologi e membri del Tanzania Communication Regulatory Authority e del Tanzania Film Board. Il Presidente ha invitato tutti i cittadini a eliminare dai propri dispositivi qualsiasi tipo di materiale pornografico in proprio possesso, in quanto secondo lui tutto ciò che ruota intorno alla sessualità è un male per la popolazione, un ostacolo al progresso del Paese.
Il Presidente sostiene che tutti dovrebbero condannare questi comportamenti che considera «deviati» e per questo ha rivolto ai cittadini anche un altro invito. «So che ci sono molti omosessuali nella nostra provincia – ha dichiarato Magufuli – datemi i loro nomi e la mia squadra inizierà a mettere le mani su di loro dalla prossima settimana, lo faccio in nome di Dio».
Anche chi contesta questa svolta autoritaria viene duramente colpito. È capitato al capo della delegazione dell’Unione europea a Dar es Salaam, Roeland van de Geer, che è stato invitato dal governo di John Magufuli a lasciare il Paese (sarà sostituito dal numero due della delegazione, Charles Andrew-Stuart) per aver espresso senza mezzi termini la sua opinione sul collasso della libertà di opinione nel Paese dell’East Africa ed essere stato troppo critico nei confronti delle politiche del governo riguardo alle libertà civili.
Verso la fine di febbraio, l’Ue ha incoraggiato gli Stati membri e le ambasciate in diversi paesi a pubblicare un comunicato stampa che denunciava «i recenti sviluppi che minacciano i valori democratici e i diritti dei tanzaniani» dopo che una studentessa è stata uccisa da un agente di polizia, il deputato dell’opposizione Tundu Lissu, detto Chadema è stato violentemente aggredito, e diversi giornalisti sono scomparsi.