Che i topi siano animali intelligenti lo si sa da tempo. Così come si sa che hanno un fiuto eccezionale. Ma che, oltre a collaborare allo sminamento in molte parti dell’Africa, potessero essere utili alleati dei medici e salvare migliaia di vite in Africa, questa è una novità.
Una Ong belga (Apopo) ha addestrato alcuni ratti giganti a riconoscere con il fiuto la tubercolosi. I mammiferi si sono rivelati «tester» molto efficaci tanto da essere più veloci e precisi dei tradizionali metodi diagnostici. Ma con un grand evantaggio: sono molto più economici e possono quindi essere utilizzati anche in zone remote e nei Paesi poveri.
L’addestramento dei ratti è stato possibile grazie ai finanziamenti di Usaid, l’agenzia statunitense di cooperazione, e si è concentrato sulla loro capacità di riconoscere olfattivamente se materiale espettorato è positivo o negativo alla Tbc.
«Questi animali – ha spiegato al sito Africanews.com, Ezechiele Mwakyonde, addestratore di topi – hanno uno straordinario olfatto. Lo usano in tutto ciò che fanno e lo impiegano più della vista. La Tbc ha un odore specifico che i ratti riescono a individuare. E ci riescono in modo semplice e veloce».
I ratti sono stati messi alla prova dalla Ong belga in Tanzania dove hanno esaminato più di 340mila campioni individuando oltre 36mila infezioni. Grazie a questi piccoli animali, in alcune cliniche che hanno collaborato con la Ong è aumentato del 40% il tasso di rilevamento della patologia.
Ora gli scienziati stanno programmando di effettuare screening di massa sulla popolazione carceraria di Tanzania e Mozambico. Le prigioni africane, spesso sovraffollate, sono uno dei luoghi in cui la Tbc è più diffusa in Africa e miete più vittime.