Tanzania, licenziati nove giornalisti per una bufala sul Presidente

di Enrico Casale
John Magufuli

A nove giornalisti tanzaniani è costato caro aver diffuso una notizia palesemente falsa. Sono stati licenziati in tronco. Il direttore generale della Tbc (Tanzanian Broadcasting Corporation), Ayub Chacha, si è addirittura scusato: «Questo errore non sarebbe mai successo se tutte le procedure editoriali per verificare l’autenticità della storia fossero state seguite scrupolosamente».

Ma che cosa hanno detto i giornalisti? Hanno messo in onda una notizia secondo la quale il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe lodato l’azione anticorruzione del Presidente tanzaniano, John Magufuli. Ma nel leggere la news, i giornalisti hanno rincarato la dose dicendo che Trump avrebbe definito Magufuli «un eroe» il cui esempio dovrebbe essere seguito da tutti i Presidenti africani.

La notizia, non vera ma verosimile, prende di mira le politiche anticorruzione che il Presidente tanzaniano ha Tbccon grande fatica varato in questo primi mesi di mandato. Il Presidente, eletto nel 2015, ha imposto alcune regole ai funzionari del suo Governo per ridurre le spese da loro sostenute con i soldi pubblici. Ha vietato tutti i viaggi all’estero dei funzionari del suo Governo, che saranno invece costretti a passare più tempo nelle aree rurali della Tanzania, dove si concentrano molti dei problemi del Paese. Ha ridotto a poco più di settemila dollari le spese per l’inaugurazione del nuovo parlamento che inizialmente erano previste in centomila dollari. Magufuli ha vietato ai funzionari del suo governo di riunirsi fuori dall’ufficio, nei casi in cui questi incontri si possano tenere in conference call, e ha vietato di usare soldi pubblici per mandare i tradizionali biglietti di auguri per Natale per l’anno nuovo e per altre ricorrenze.

In sostanza, ha dato molte risposte a questioni che l’opinione pubblica chiedeva fossero affrontate e risolte. Ma è chiaro che ha scontentato qualcuno. E, forse, è proprio quel qualcuno ad aver imbeccato i giornalisti con una burla che mirava a ridicolizzare il capo dello Stato. A pagare sono stati i nove giornalisti.

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