Il presidente della Tanzania John Magufuli è stato designato candidato alla propria successione dal partito al potere, il Chama Cha Mapinduzi (Ccm), il “partito della rivoluzione” d’ispirazione socialista fondato nel 1977 sotto la leadership di Julius Nyerere.
Eletto il 25 ottobre 2015, il sessantunenne capo di Stato era l’unico candidato ufficiale del proprio partito. Ha ricevuto l’appoggio della stragrande maggioranza dei quadri del Ccm, in vista delle elezioni generali in programma ad ottobre. Insieme a Magufuli sarà in gara l’attuale vicepresidente, la prima donna ad occupare tale incarico, Samia Hassan Suluhu.
Per la presidenza della regione semi-autonoma di Zanzibar, il Ccm ha eletto come candidato Hussein Mwinyi, attuale ministro della Difesa nonché figlio del secondo presidente della Tanzania, Ali Hassan Mwinyi.
Ex docente di matematica e di chimica, Magufuli è entrato in politica nel 1995. Dopo alcuni anni di carriera come deputato, l’attuale presidente ha guidato i ministeri della Tutela del territorio, dell’Allevamento e della Pesca, e dei Lavori pubblici, prima di diventare presidente del Ccm e di vincere le presidenziali con il 58% delle preferenze contro Edward Lowassa, ex primo ministro passato nei ranghi dell’opposizione.
Soprannominato il “bulldozer” per i suoi successi da ministro dei Lavori pubblici, ma anche per la sua tendenza a schiacciare ogni ostacolo, Magufuli si è impegnato nella lotta alla corruzione, nel taglio alle spese pubbliche, nella lotta ai privilegi delle grandi multinazionali estrattive, nel rilancio dell’economia. Grande lavoratore, il presidente è anche criticato per i suoi modi autoritari. Alcuni ritengono che Magufuli abbia scatenato un’ondata di oppressione in Tanzania da quando è salito al potere, reprimendo oppositori politici, la libertà di stampa e i gay. Negli ultimi mesi, è stato anche criticato per aver sottovalutato i rischi della pandemia di coronavirus.