Laureato in Sviluppo internazionale a Bologna, Jacopo Pendezza decide di partire per la Tanzania dopo un paio d’anni come consulente per l’internazionalizzazione d’impresa. Vive e lavora a Iringa come coordinatore di un progetto di elettrificazione rurale gestito da una ong italiana. «Il Paese è in crescita e si può creare valore in tanti settori, in particolare nell’agroalimentare e nel turismo. Io ho scelto di specializzarmi nella produzione e distribuzione di energia, che è a monte di tutto il resto», prosegue Jacopo, 34 anni.
Dopo aver seguito per cinque anni progetti legati alle fonti rinnovabili, Jacopo ha ricevuto un’offerta da RP-Global, azienda austriaca specializzata in impianti micro-idroelettrici, eolici e solari: «È stato un passaggio spontaneo. Già quando lavoravo nella cooperazione era essenziale un dialogo costante con le imprese e gli enti governativi locali». Ragionando su pro e contro dei due mondi emerge come nelle ong sia appagante il contatto diretto con i beneficiari, un po’ meno operare con stringenti vincoli di budget. Nel settore privato si apprezza «l’agilità di decisione e la flessibilità in quando non rispondi a un donatore».
Jacopo si è oggi trasferito con la famiglia a Mwanza, sulle sponde del Lago Vittoria. Il suo ruolo di Project Developer richiede un mix di competenze tecniche e gestionali per gestire tutte le fasi dei nuovi progetti di energie rinnovabili: dall’identificazione dell’opportunità all’ottenimento dei permessi, passando per gli studi di fattibilità e per arrivare alla supervisione dei lavori di realizzazione. La legislazione in Tanzania consente a produttori indipendenti di realizzare un impianto e vendere energia alla rete pubblica, oppure di crearsi una mini-rete e vendere direttamente ai consumatori finali. «È un quadro legislativo che potrebbe aiutare il settore a decollare e portare davvero la luce nei villaggi rurali. Ora si tratta di vedere come si muoverà la politica locale», sottolinea Jacopo.
(Martino Ghielmi – vadoinafrica.com)
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