Tre dei principali quotidiani online della Tanzania, The citizen, Mwananchi e Mwanaspoti, sono stati sospesi per 30 giorni su ordine della Tanzania communication regulatory authority (Tcra), che ha deciso di sanzionarli per avere pubblicato alcuni “contenuti proibiti” che violano i regolamenti tanzaniani sulla stampa.
Lo si apprende da un disclaimer pubblicato in homepage su The citizen, firmato dal vicedirettore esecutivo e caporedattore, Mpoki Thomson.
“Cesseremo immediatamente le pubblicazioni su tutte le nostre piattaforme di media online a causa della sospensione delle licenze dei nostri servizi di media online”, si legge nel comunicato di The citizen. Di fatto la Tcra ha sanzionato un unico editore, Mwananchi communications, che pubblica tutte e tre le edizioni online di questi giornali: The citizen è un quotidiano in inglese, Mwananchi è la sua versione in kiswahili e Mwanaspoti è invece un giornale online sportivo. “Mwananci communication è impegnata a produrre un giornalismo eccezionale che dia potere alla nazione. Continueremo a servirvi, nostri stimati lettori, attraverso le nostre edizioni cartacee quotidiane e altri prodotti e offerte non online” si legge nel comunicato.
Galeotta fu la pubblicazione, martedì, di una clip animata, diventata virale e che nel frattempo è stata rimossa, che secondo la Tcra “minaccia e rischia di compromettere e danneggiare l’unità nazionale e la pace sociale” in Tanzania. La clip raffigurava un personaggio femminile con l’hijab, che richiamava una somiglianza con la presidente tanzaniana Samia Suluhu Hassan, mentre cambiava canale tv: nello zapping, su ogni canale, c’era qualcuno che si lamentava della morte, del rapimento o della scomparsa di un membro della sua famiglia e, alla fine, la protagonista della clip appare sconvolta e affaticata. Citato dalla Bbc, il caporedattore Thompson ha spiegato che l’intenzione era raffigurare e ragionare su “eventi che hanno sollevato preoccupazioni in merito alla sicurezza e all’incolumità delle persone in Tanzania”.
Il riferimento è alla morte di Mohamed Ali Kibao, 69 anni, membro della segreteria del principale partito di opposizione della Tanzania, il Chadema, rapito e ucciso a settembre in circostanze mai chiarite, e all’incarcerazione di altri esponenti di Chadema. I gruppi per i diritti umani e i partiti di opposizione tanzaniana hanno condannato il divieto, descrivendolo come un tentativo di mettere a tacere i media nel Paese. Già due anni fa le autorità avevano revocato il divieto di pubblicazione imposto a quattro giornali, ai quali era stato impedito di pubblicare tra il 2016 e il 2017 per aver denunciato presunte violazioni dei diritti umani e casi di corruzione. (