I giornalisti della Tanzania pare che non potranno più citare le fonti straniere, in quanto accusate di fare propaganda. Lo si apprende da una serie di tweet pubblicati dal portavoce del governo del Paese, come riporta Il Post.
In Tanzania ci sono appena state le elezioni locali, e sono fioccate le accuse di brogli: pochi giorni prima del voto, le principali forze di opposizione avevano deciso di boicottarle; alla fine il partito di governo – il Chama Cha Mapinduzi di John Magufuli – ha vinto con il 99,9 per cento dei seggi.
L’ambasciata statunitense in Tanzania ha criticato il processo elettorale e accusato i funzionari statali di aver escluso i candidati di opposizione. L’ambasciatrice britannica Sarah Cook ha affermato che è stata tolta agli abitanti della Tanzania la possibilità di eleggere i propri leader in modo trasparente, anche a causa dell’assenza di osservatori imparziali. Pochi giorni fa le organizzazioni umanitarie Amnesty International e Human Rights Watch avevano inoltre accusato il governo tanzaniano di reprimere la libertà di stampa.
Il recente divieto governativo riguardante l’informazione potrebbe quindi essere nato a seguito di queste critiche. In ogni caso non è ancora chiaro quali implicazioni concrete abbia l’avvertimento del governo, né se sia stato accompagnato da atti formali che prevedano sanzioni per chi citi le fonti straniere.