Tensioni in crescita in Sud Sudan nonostante l’appello alla calma del presidente Kiir

di claudia
Salva Kiir

Nonostante l’appello alla calma lanciato nei giorni scorsi dal presidente Salva Kiir, la società civile del Sud Sudan esprime forte preoccupazione per la recrudescenza della violenza in diverse regioni del Paese, in particolare nello Stato dell’Alto Nilo, e per l’arresto di numerose personalità politiche.

Secondo Jackline Nasiwa, vicepresidente del Forum della società civile e direttrice esecutiva del Centro per la governance inclusiva, la pace e la giustizia, il processo di pace rimane fragile e il rischio di una nuova guerra civile su larga scala è concreto. “Il Paese è in una fase estremamente delicata e, se queste tensioni non si attenuano, rischiamo un conflitto nazionale. Le persone stanno tornando a chiudersi nei propri gruppi etnici e nelle loro appartenenze regionali, un fenomeno che non aiuterà il Sud Sudan a ricostruirsi come Stato”, ha dichiarato a Radio France Internationale.

Uno dei nodi centrali, secondo Nasiwa, è la mancata unificazione delle forze armate, un processo che procede a rilento mentre i diversi gruppi armati continuano a rafforzarsi. “Senza un esercito nazionale unificato, non possiamo avanzare. Serve un finanziamento adeguato per l’integrazione delle forze e per la smilitarizzazione dei partiti politici. Solo quando i leader politici smetteranno di essere anche militari potremo avere un sistema più equo e stabile”, ha aggiunto.

La Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite in Sud Sudan ha espresso preoccupazione per una possibile “involuzione allarmante” che potrebbe vanificare anni di progressi verso la pace. Il clima di tensione si inserisce in un contesto di crescente insicurezza, con scontri armati e attacchi contro obiettivi strategici, compreso l’abbattimento di un elicottero dell’Onu avvenuto nei giorni scorsi. 

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