Terrorismo, boom di attentati. Anche in Africa

di Enrico Casale
terrorismo in tunisia

terrorista mortoNel 2014 le vittime del terrorismo sono state 32.658. È una cifra record che rappresenta un incremento dell’80% nel numero dei morti rispetto al 2013 (18.111). Ad affermarlo è l’Istituto per l’economia e la pace nel suo 3° Rapporto mondiale del terrorismo pubblicato ieri, a pochi giorni dalle azioni dell’Isis a Parigi. L’analisi tiene conto degli incidenti dovuti al terrorismo, del numero dei decessi, dei feriti e dei danni materiali.

L’Africa è particolarmente colpita dal fenomeno. Secondo il rapporto, Boko Haram e l’Isis sono responsabili del 51% di tutte le vittime del terrorismo. Tra i cinque Paesi più colpiti quindi, insieme ad Afghanistan, Iraq, Pakistan e Siria, compare la Nigeria. Proprio la Nigeria è lo Stato in cui si è verificato l’aumento più significativo di morti: 7.512 nel 2014, con un incremento del 300% rispetto al 2013.

Nel corso del 2014 sono balzati in cima alla classifica anche altri Paesi. Oltre alla Somalia, in cui al Shabaab opera da una decina di anni, hanno registrato più di 500 morti la Repubblica centrafricana (dove si confrontano le milizie anti Balaka e quelle Seleka), il Sud Sudan e il Camerun (nel quale è forte la nefasta influenza di Boko Haram).

Anche il Nord Africa non è immune dal terrorismo. Le nazioni più colpite sono la Libia, l’Algeria e la Tunisia. La vera sorpresa è il Marocco. Secondo l’analisi, dopo gli attentati di Casablanca del 2003, il regno di Mohamed VI sta conoscendo un periodo di relativa tranquillità. Per quanto riguarda i Paesi arabi è il sesto meno toccato dal terrorismo, dietro Emirati arabi uniti, Kuwait, Mauritania, Oman e Qatar. Secondo il rapporto l’impatto delle truppe del terrore è meno forte a Rabat che a Washington, Parigi, Roma, Madrid e Bruxelles.

«Il significativo incremento della attività terroristica – spiega Steve Killelea, Presidente esecutivo dell’Istituto per l’economia e la pace – dimostra quanto il fenomeno sia profondamente radicato nel mondo. Ciò che più ci ha colpito sono le cause che spingono i giovani ad abbracciare il terrorismo che differiscono a seconda dell’area presa in considerazione. In Occidente, il terrorismo è legato a fattori socio-economici come la disoccupazione giovanile e alla criminità. Nei Paesi non Ocse, terrorismo è invece più legato ai conflitti in corso. In ogni caso, dieci degli undici Paesi più colpiti dal terrorismo sono anche quelli con i più alti tassi di rifugiati all’estero e di profughi. Ciò evidenzia la forte interconnessione tra l’attuale crisi dei profughi, il terrorismo e le guerre».

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