L’Etiopia ha avvertito che potrebbe schierare «la sua intera capacità difensiva» per fermare l’avanzata dei ribelli del Tigray in Amhara e nell’Afar. Giovedì i ribelli hanno preso il controllo di Lalibela, città che, per le sue splendide chiese rupestri è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco. Una centro che ha un grande valore simbolico perché è il riferimento spirituale per migliaia di fedeli di fede cristiano-ortodossa.
Il governo del premier Abiy Ahmed ha affermato che, se le sue aperture umanitarie (alcune settimane fa ha dichiarato un cessate-il-fuoco unilaterale) non fossero corrisposte, sarebbe «spinto a mobilitare e dispiegare l’intera capacità difensiva dello Stato».
I combattimenti si sono intensificati da giugno, quando i ribelli, formati dal Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf) e dai suoi alleati, hanno riconquistato gran parte del Tigray in un’offensiva e hanno poi lanciato una controffensiva nelle regioni limitrofe.
I ribelli tigrini vogliono una cessazione negoziata delle ostilità, ma il ministero degli Esteri ha affermato che le loro azioni sono «irresponsabili».