Tigray, uccisi tre membri di Medici Senza Frontiere

di Enrico Casale
Msf

Tre operatori di Medici Senza Frontiere (Msf) sono stati uccisi in Tigray. L’organizzazione internazionale, che si occupa di assistenza medica in zone di conflitto, ha dichiarato di aver perso i contatti con la squadra mentre erano in viaggio giovedì pomeriggio. Secondo quanto riporta l’emittente britannica Bbc, i corpi dei due membri dello staff etiope e del loro collega spagnolo sono stati poi ritrovati ieri mattina a pochi metri di distanza dal loro veicolo vuoto.

La squadra comprendeva: Maria Hernandez, 34 anni, spagnola, coordinatrice delle emergenze, ha iniziato a lavorare per Msf nel 2015; Yohannes Halefom Reda, 31 annietiope, assistente di coordinamento con Msf da febbraio; Tedros Gebremariam Gebremichael, 31 anni, etiope, autista con Msf a maggio.

“Nessuna parola può veramente trasmettere la nostra tristezza, lo choc e l’indignazione contro questo orribile attacco – ha affermato Msf in una nota -. Maria, Yohaness e Tedros erano in Tigray a fornire assistenza alle persone ed è impensabile che abbiano pagato con la vita questo lavoro”.

Non c’è stata alcuna conferma indipendente su chi ha effettuato l’attacco e ha commesso l’omicidio. Una dichiarazione del governo etiope ha incolpato i ribelli tigrini definendoli “il gruppo irresponsabile”. Ha suggerito che l’attacco ha dimostrato che il governo aveva avuto ragione a chiedere che le agenzie umanitarie fossero accompagnate da scorte militari.

Durante gli otto mesi di conflitto nel Tigray tutte le parti sono state accusate di aver commesso atrocità contro i civili.

Questa settimana i combattimenti nel Tigray si sono intensificati. Le forze ribelli affermano di aver sequestrato alcune città e l’esercito etiope ha effettuato un attacco aereo, uccidendo dozzine di persone.

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