Tre operatori di Medici Senza Frontiere (Msf) sono stati uccisi in Tigray. L’organizzazione internazionale, che si occupa di assistenza medica in zone di conflitto, ha dichiarato di aver perso i contatti con la squadra mentre erano in viaggio giovedì pomeriggio. Secondo quanto riporta l’emittente britannica Bbc, i corpi dei due membri dello staff etiope e del loro collega spagnolo sono stati poi ritrovati ieri mattina a pochi metri di distanza dal loro veicolo vuoto.
La squadra comprendeva: Maria Hernandez, 34 anni, spagnola, coordinatrice delle emergenze, ha iniziato a lavorare per Msf nel 2015; Yohannes Halefom Reda, 31 annietiope, assistente di coordinamento con Msf da febbraio; Tedros Gebremariam Gebremichael, 31 anni, etiope, autista con Msf a maggio.
“Nessuna parola può veramente trasmettere la nostra tristezza, lo choc e l’indignazione contro questo orribile attacco – ha affermato Msf in una nota -. Maria, Yohaness e Tedros erano in Tigray a fornire assistenza alle persone ed è impensabile che abbiano pagato con la vita questo lavoro”.
Non c’è stata alcuna conferma indipendente su chi ha effettuato l’attacco e ha commesso l’omicidio. Una dichiarazione del governo etiope ha incolpato i ribelli tigrini definendoli “il gruppo irresponsabile”. Ha suggerito che l’attacco ha dimostrato che il governo aveva avuto ragione a chiedere che le agenzie umanitarie fossero accompagnate da scorte militari.
Durante gli otto mesi di conflitto nel Tigray tutte le parti sono state accusate di aver commesso atrocità contro i civili.
Questa settimana i combattimenti nel Tigray si sono intensificati. Le forze ribelli affermano di aver sequestrato alcune città e l’esercito etiope ha effettuato un attacco aereo, uccidendo dozzine di persone.