Togo, Bolloré lascia il porto ma resta lo scandalo corruzione

di claudia
Bolorè Africa Logistic

Sta suscitando interrogativi nei ranghi dell’opposizione togolese la transazione con la quale il colosso francese Bolloré Africa Logistics ha venduto le proprie attività in Africa al gruppo svizzero-italiano Msc. Il magnate francese è infatti coinvolto, in Togo, in un processo che lo vede accusato di corruzione e che, a fine febbraio, ha avuto un risvolto importante in Francia.

Nathaniel Olympio, capofila del Partito dei togolesi (Pt) denuncia “l’opacità” che circonda la transazione in Togo, dove Bolloré gestiva fino all’avvicendamento, il porto autonomo di Lomé, ricordando che il caso è oggetto di un procedimento giudiziario. “Sin dal suo arrivo nel 2010 sulla scia delle elezioni presidenziali togolesi, Vincent Bolloré ha sempre navigato in acque torbide”, scrive Olympio. E ha aggiunto: “Ha finito per confessare a un magistrato della Procura nazionale delle finanze (Pnf) di Parigi di aver corrotto funzionari pubblici stranieri per ottenere la concessione per il porto di Lomé. E quando procede alla vendita dei suoi beni togolesi, l’operazione non avviene nella trasparenza. Nessuno sa quale sia l’importo della transazione. Nessun togolese è informato del processo che circonda questa vendita”, deplora ancora il presidente del Pt.

L’oppositore sostiene che “l’esecutivo, ancora in imbarazzo a causa delle pubbliche confessioni di corruzione dell’imprenditore, si nasconde in un silenzio assordante”, e denuncia l’Assemblea nazionale che mantiene la bocca chiusa su questa vicenda.

A fine febbraio, il giudice francese Isabelle Prevost-Deprez ha rifiutato di approvare la dichiarazione di colpevolezza di Vincent Bolloré e altri due alti responsabili (Gilles Alix, Ceo del gruppo Bolloré, e Jean-Philippe Dorent, direttore internazionale dell’agenzia di comunicazione Havas, filiale di Bolloré) che prevedeva il pagamento di una sanzione di 375.000 euro per ciascuno dei tre imputati. Con questo sviluppo, il fascicolo deve tornare sul tavolo di un giudice istruttore.

Nella stessa udienza, la magistrata ha invece approvato la Convenzione giudiziaria di interesse pubblico che prevede la dichiarazione di colpevolezza del gruppo Bolloré, accordo “eseguito con il pagamento della multa – 12 milioni di euro – effettuato l’8 marzo” al Tesoro togolese. Il gruppo dovrà inoltre predisporre, per quattro milioni di euro, un programma di adeguamento alle regole dell’Agenzia francese anticorruzione.

Bolloré, Alix e Dorente hanno ammesso di aver utilizzato l’attività di consulenza politica della controllata Havas per ottenere la gestione dei porti di Lomé in Togo e di Conakry in Guinea a beneficio di un’altra controllata, la Bolloré Africa Logistics. Quest’ultima aveva ottenuto la gestione del porto di Conakry, pochi mesi dopo che Alpha Condé era stato eletto presidente della Guinea alla fine del 2010, e aveva vinto la concessione a Lomé, poco prima della rielezione del 2010 in Togo di Faure Gnassingbé. Queste due personalità politiche furono poi entrambe consigliate da Havas per la loro campagna elettorale.

I protagonisti del caso avevano ottenuto nel giugno 2019 l’annullamento da parte della Corte d’Appello di Parigi della loro imputazione per parte dei reati concernenti la Guinea, per prescrizione. 

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