Il governo togolese ha decretato lo stato di emergenza per la sicurezza nella regione delle Savanes, la più a nord del Paese. Il provvedimento è stato deciso ieri in un consiglio dei ministri presieduto dal presidente della Repubblica, Faure Gnassingbé. Il nord del Togo è stato preso di mira da attacchi, uno dei quali nel novembre 2021 respinto dalle forze di difesa e sicurezza e il secondo nel maggio 2022, concluso con la morte di otto militari. Quarta regione del Paese per superficie con 8.470 km2, di cui un terzo occupato da riserve di flora e fauna, la regione delle Savanes è la più povera del Paese.
Secondo il sito Togoscoop, è la prima volta nella storia del Paese che viene dichiarato lo stato di emergenza per la sicurezza. Questo regime eccezionale consente di rafforzare i poteri delle autorità e di limitare alcune libertà pubbliche o individuali, in particolare il divieto di manifestazioni, processioni, sfilate e assembramenti di persone sulla strada pubblica; l’istituzione di perimetri protettivi per garantire la sicurezza di un luogo o di un evento; il divieto di alcuni incontri pubblici o la chiusura di luoghi pubblici e luoghi di culto; ricerche amministrative; requisizioni da privati o mezzi. Secondo l’articolo 94 della Costituzione del Togo, la sua proroga oltre i tre mesi non può aver luogo senza l’autorizzazione dell’Assemblea Nazionale.