Nel coso dei lavori del primo summit sulla sicurezza informatica in corso in Togo in questi giorni è stata adottata la dichiarazione di Lomé, presentata in apertura dalla ministra dell’Economia digitale e della trasformazione digitale del Paese, Cina Lawson. Al vertice sono rappresentati 28 Paesi con 17 ministri.
I ministri presenti chiedono con questo documento agli Stati di impegnarsi per una migliore protezione del cyberspazio continentale attraverso “azioni concertate a livello internazionale e regionale”. L’idea è quella di “acquisire mezzi efficaci di diagnosi, controllo, protezione e lotta per la cybersecurity”.
Le raccomandazioni dei ministri si basano su cinque assi. Invitano gli Stati africani a firmare e ratificare la convenzione di Malabo, la convenzione dell’Unione Africana sulla sicurezza informatica e sulla protezione dei dati personali. Inoltre, richiedono un quadro giuridico e normativo specifico per la sicurezza informatica e la lotta alla criminalità informatica, oltre che per lo sviluppo di strategie e politiche di sicurezza informatica a lungo termine. Infine, sottolineano la necessità di un impegno nella difesa della sicurezza informatica e nella promozione della cultura della cybersicurezza, rafforzando la cooperazione africana in materia e la lotta alla criminalità informatica.
All’inizio di questo vertice, gli attori hanno conferito al presidente togolese, Faure Gnassingbé, il ruolo di guida in questo processo. Nel suo discorso di apertura Gnassingbé ha rassicurato che porterà a termine questa missione. “Le minacce informatiche saranno devastanti in futuro se non si farà nulla”, ha osservato. “Questa distinzione conferma la scelta del mio Paese di fare del digitale un vettore di sviluppo e rafforza la mia determinazione e tutto il governo a continuare questo lavoro”.
Gnassingbé ha invitato i capi di Stato africani ad andare in questa direzione e agire insieme dal momento che quella informatica è una minaccia transfrontaliera, ha spiegato. “Visto che lo spazio digitale non tiene conto dei confini dei nostri Stati, non abbiamo altra scelta che rafforzare la collaborazione e la cooperazione internazionale”, ha affermato prima del vertice anche la ministra Lawson.
Obiettivo finale del meeting è quello di proporre raccomandazioni politiche che dovranno essere esaminate dai capi di Stato e di governo africani per garantire una sicurezza informatica che risponda alle esigenze della trasformazione digitale del continente. “La sicurezza informatica è una delle maggiori sfide del nostro tempo”, ha affermato il presidente togolese Gnassingbé.
Il Togo ha già raccolto la sfida creando un’Agenzia nazionale per la sicurezza informatica, il Cert (Centre national de réponse aux incidents de cybersécurité au Togo) e la Cyber defense Africa, una società di servizi di sicurezza informatica incaricata di garantire la sicurezza dei sistemi informativi nel Paese e oltre i suoi confini.