Le spiagge del Benin sono la meta ideale per rilassarsi ma anche per riflettere sulla storia del Paese. La tragica epoca dello schiavismo rivive sulle coste beninesi in quella che ancora oggi, per non dimenticare, viene chiamata ‘Costa degli Schiavi’. Cuore pulsante del commercio negriero era la città costiera di Ouidah, che divenne un importante centro del commercio di schiavi da quando venne scoperta dai portoghesi nel XVI secolo.
Qui si trova la ‘Porta del Non Ritorno’ che è stata eretta in memoria delle migliaia di schiavi che proprio in quel punto vennero imbarcati per essere portati a lavorare nelle piantagioni brasiliane. La porta è raggiungibile seguendo la strada principale che collega il centro cittadino all’oceano. Il percorso, lungo circa 4 km e oggi costeggiato da feticci e statue, corrisponde esattamente al cammino calpestato per secoli dagli schiavi.
A Ouidah, all’interno del forte portoghese di Sao Joao Baptista de Ajuda, la roccaforte portoghese eretta nel 1721 e situata all’inizio della ‘Strada degli Schiavi’, si trova oggi il Musée d’Histoire (Museo di Storia), dove ci si può documentare su quel terribile traffico di persone. Il Forte si trova in Place Chacha, la piazza dove un tempo si tenevano le aste degli schiavi. Una volta venduti, iniziavano proprio da qui il loro percorso per raggiungere le navi. (Orari di apertura: da Lunedì a Venerdì: 8.00 – 12.00 e 15.00 – 18.00; Festivi: 9.00 – 18.00).
(Foto e testo di Valentina Giulia Milani)