Il Togo, davanti al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite durante la sua 132a sessione, ha ribadito di non considerare la depenalizzazione dell’omosessualità nella nazione africana. Lo riferisce la Deutsche Welle (Dw), precisando che Christian Trimua, il ministro togolese incaricato dei diritti umani, ha affermato che, per quanto riguarda specificamente i rapporti sessuali tra adulti consenzienti dello stesso sesso, “il Togo non ha intenzione di abrogare le disposizioni penali relative a questo reato. Perché questo orientamento sessuale non fa parte dei valori sociali delle nostre popolazioni e del nostro Paese”.
Dw fa notare che c’è quindi una contraddizione tra queste dichiarazioni e gli impegni presi durante la firma dell’accordo commerciale Acp (Africa, Pacifico, Caraibi), recentemente concluso a Bruxelles. Questo accordo presuppone il rispetto degli orientamenti sessuali da parte dei Paesi firmatari. Il ministro degli Esteri togolese, Robert Dussey, che era il capo negoziatore per i Paesi Acp, aveva ammesso sulle onde radio dell’emittente tedesca che questo punto aveva a lungo bloccato le discussioni.
Secondo l’articolo 392 del codice penale in vigore in Togo, “costituisce un insulto al buon costume qualsiasi atto indecente o contro natura commesso con un individuo del suo sesso”. La pena va da uno a tre anni di reclusione, più una multa da uno a tre milioni di franchi Cfa, più di 4.500 euro. Anche il codice della famiglia familiare rifiuta l’omosessualità.