di Annamaria Gallone
Anche quest’anno nell’ambito del Venice Production Bridge della 80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2023), è stato rinnovata l’iniziativa Industry che dal 2013 sostiene la post-produzione di film provenienti dai Paesi africani e da cinque Paesi del Medio Oriente. Per l’undicesima edizione di Final Cut in Venice, di cui Alessandra Speciale è la curatrice, durante tre giornate di lavoro (dal 3 al 5 settembre 2023) saranno proiettati i work-in-progress dei sette film selezionati e il 5 settembre è stata organizzata una speciale sessione di incontri one-to-one tra i progetti selezionati e i professionisti accreditati al Venice Production Bridge il 5 settembre.
Il programma si propone di offrire l’opportunità di presentare film ancora in fase di produzione a professionisti dell’ambito cinematografico al fine di facilitarne la post-produzione e promuoverne l’accesso al mercato. In questi undici anni di vita, la FCV ha portato alla luce registi che hanno poi intrapreso una carriera importante e ha anche sostenuto registi più affermati i cui film di qualità devono ancora affrontare molte difficoltà economiche prima di arrivare alla fine della produzione.
Sono stati selezionati quattro film africani, due fiction e due documentari.
Le fiction sono: CARISSA (South Africa) di Jason Jacobs and Devon Delmar In un tranquillo villaggio, una giovane donna viene spinta dalla nonna a fare domanda per un’opportunità di lavoro in una nuova tenuta da golf in costruzione tra le montagne. Tuttavia, quando viene a sapere che la tenuta sarà costruita sulle terre di tè rooibos del nonno, si trova di fronte a una scelta difficile: accettare il lavoro o rilevare la terra.
LIFE IS A RAILROAD (la vita è una ferrovia) (Democratic Republic of Congo, France, Germany) di Kevin Mavakala, Manassé Kashala, Isaac Sahani, TousmyViya fugge da casa sua dopo la morte di suo padre. Durante il suo viaggio incontra Mukanya, un tassista notturno, che sogna di lasciare il Paese; Christine, responsabile del reparto maternità di Kintambo; e Kenny, uno scolaro che sta cercando di salvare la reputazione di suo padre in mezzo a uno scandalo di sex tape.
I documentari sono: SUDAN, WHEN POEMS FALL APART RETIENS LES CHANTS QUI S’EFFONDRENT (foto di apertura)(France, Tunisie) di Hind MeddebIl film è un ritratto del Sudan come una poesia oltre che una lettera d’amore al paese. Shajane, Muzamil, Maha, Rufaida: mentre le loro storie si sviluppano e si intrecciano, il film ricompone i frammenti di una rivoluzione in corso e l’ingiusta battaglia delle voci dei giovani contrapposte alla potenza militare.ZION MUSIC (Senegal, France, Ivory Coast, Germany) di Rama Thiaw Un’odissea musicale, politica e spirituale nel cuore del continente africano. Risale agli anni ’70 e viaggia attraverso la storia politica dell’Africa attraverso musicisti, canzoni e significati nascosti nelle canzoni.
Anche se Saudita, è interessante però il film di animazione:
ALLAH IS NOT OBLIGED ALLAH (Allah non è obbligato) (France, Luxembourg, Canada, Belgium, Saudi Arabia, Slovakia, USA) di Zaven Najjar, che narra una storia africana tratta dal libro di Ahmadou Kourouma.Quando la madre di Birahima, dieci anni, muore, lui lascia il suo villaggio natale in Guinea per cercare sua zia Mahan con lo stregone Yacouba. Attraversandoil confine con la Liberia, vengono catturati dai ribelli e costretti al servizio militare. Birama diventa un bambino- soldato.
Il 5 settembre sapremo se qualcuno dei film africani è stato premiato e vedremo quali sostegni ha ricevuto.