Torna l’incubo Ebola in Guinea. “Siamo di fronte a un’epidemia”, ha assicurato il capo dell’agenzia sanitaria della Guinea, Sakoba Keita, dopo un incontro sull’emergenza nella capitale Conakry.
A far scattare l’allarme la scoperta ieri di sette casi confermati, con tre morti, i primi decessi in cinque anni causati dalla febbre emorragica. “Questa mattina molto presto – ha aggiunto – il laboratorio di Conakry ha confermato la presenza del virus Ebola”. Immediato l’intervento dell’Oms, che ha assicurato “rapida assistenza” alle autorità sanitarie del Paese, già impegnate come ovunque nel mondo ad affrontare la pandemia di Coronavirus.
In Guinea, otto anni fa, si era registrato il primo focolaio di contagi da virus Ebola che aveva innescato la tremenda epidemia in Africa occidentale, ben presto estesasi in 10 Paese della regione, in particolare Sierra Leone e Liberia, che tra il 2013 e il 2016 causò oltre 11.300 vittime.
Ebola, lo ricordiamo, è diffuso dal pipistrello della frutta, portatore sano del virus in natura, è può essere trasmesso all’uomo per un contatto diretto con questo animale (per esempio tramite in morso) o con altri animali contagiati dallo stesso pipistrello: generalmente selvaggina.
Questa settimana Ebola è tornata a uccidere anche nell’Esti della Repubblica Democratica del Congo, dove nel Nord Kivu si sono registrate le prime vittime che fanno temere l’inizio di una nuova crisi sanitaria. In queste regioni, l’uso diffuso di vaccinazioni, somministrate negli scorsi mesi a più di 40.000 persone, ha contribuito a frenare il contagio insieme a una serie di stringenti misure di contenimento (distanziamento, pulizia delle mani, ecc.). L’epidemia sembrava conclusa. Ora l’incubo è tornato.
(foto di Christophe Lepetit tratta dal servizio sul virus ebola pubblicato sul numero 1/2015 della Rivista Africa)