di Andrea Spinelli Barrile
La rivista New African ha pubblicato l’elenco dei 100 africani più influenti del 2023, appuntamento tradizionale di inizio anno che celebra i risultati e i contributi degli africani provenienti da vari campi e settori e che hanno avuto un impatto positivo sul continente e sul mondo. Nell’elenco ci sono nomi di politici, imprenditori, industriali, ambientalisti, creativi, scienziati, educatori, personalità dello sport e molti altri.
I creativi dominano la classifica con 31 rappresentanti, tra cui il cantante Abel Tesfaye, alias The Weekend, la regista Alice Diop e la scrittrice Nana Darkoa Sekyiamah. La seconda categoria con il maggior numero di rappresentanti nell’elenco di New African è la sezione Business, con 25 personalità: tra questi vi sono Samaila Zubairu dell’Africa Finance Corporation e il presidente di Afreximbank, Benedict Oramah. Nella lista c’è anche l’ex amministratore delegato di Eskom, il whistleblower André de Ruyter. La Nigeria è il Paese più rappresentato, con una posizione dominante nel settore creativo e negli affari. William Ruto, presidente del Kenya, e Bola Tinubu, presidente della Nigeria, sono stati gli unici capi di stato in lista, dove compare anche il leader della giunta militare guineana Mamady Doumbouya, inserito in modo controverso nell’elenco “per aver trovato una soluzione alla saga della miniera di Simandou”, e il presidente della Banca Africana di Sviluppo (AfDB) Akiwumi Adesina.
L’elenco comprende diversi attori nel settore ambientale, come James Mwangi, ex Dalberg Group che ha creato il proprio fondo di rischio investendo in attività legate al clima, ed Elizabeth Maruma Mrema, segretaria esecutiva della Convenzione delle Nazioni unite sulla diversità biologica. Nel settore dei media, vi sono due nomi della Costa d’Avorio, Fabrice Sawegnon, fondatore dell’agenzia di comunicazione Voodoo, e Daniel Ahaoussa, imprenditore seriale e fondatore di numerosi siti web di informazione in Africa centrale e occidentale. Compaiono anche i nomi del giornalista Alan Kasujja, giornalista della Bbc, e Branko Brkic, fondatore di Daily Maverick, probabilmente i media più potenti oggi in Sudafrica. Nello sport, i recordman Faith Kipyegon e Kelvin Kiptum sono nella lista, così come l’intera squadra degli Springboks, la nazionale sudafricana di rugby, sotto la guida del loro capitano, Siya Kolisi. È incluso anche Patrice Motsepe, presidente della Confederazione africana di calcio (Caf), amico intimo del presidente della Fifa Gianni Infantino e voce sempre più influente nello sport globale.
Nell’elenco ci sono anche alcune personalità il cui nome, in Italia, è piuttosto noto: Khaby Lame (foto di apertura), il più popolare creator del mondo, senegalese naturalizzato italiano, 23 anni e 160 milioni di follower su TikTok, con un engagement da 2,4 miliardi di utenti: “Il suo umorismo unico e i suoi contenuti magnetici lo hanno reso uno dei 100 africani più influenti”, scrive la rivista. Lame è tra i creator italiani più ricchi, secondo solo a Chiara Ferragni: per un singolo post sponsorizzato sul social network cinese può guadagnare fino a 70.000 euro, più di Gianluca Vacchi e Fedez. Lame è stato inserito, lo scorso settembre, nella lista di Forbes dei 50 Top Creator al mondo, guadagnandosi la copertina dell’importante rivista americana.
Su Instagram, Lame è anche più “forte” di Chiara Ferragni: con 80 milioni di follower infatti è tre volte più seguito di Ferragni. Secondo Forbes, Lame ha incassato più di 16 milioni di dollari in appena sei mesi, nel 2023, grazie agli accordi commerciali con aziende come Hugo Boss e Binance.
L’altro nome noto al pubblico italiano è quello di Lesley Lokko: scrittrice, designer e architetta scozzese, con cittadinanza ghanese, Lokko è stata curatrice dell’ultima Biennale di Architettura di Venezia e sta avendo un forte impatto sul mondo del design e dell’architettura africano. “La sua curatela visionaria alla Biennale di Architettura a Venezia e la dedizione alle narrazioni africane nell’architettura e nella letteratura la fanno brillare tra i 100 africani più influenti del 2023” scrive la rivista nella motivazione del suo riconoscimento.
Lokko è stata anche al centro di una piccola polemica nei giorni precedenti la Biennale da lei curata, quando ha denunciato il diniego del visto a diversi suoi collaboratori da parte dell’ambasciata italiana ad Accra. Come riportò Building Design, la curatrice scozzese di origine ghanese incontrò diverse difficoltà nel pagare i partecipanti e nell’ottenere i visti per i collaboratori.