Sono forti, ma sono neri, sono africani. Quindi meglio non invitarli. È così che tra le diecimila persone al via del Trieste Running Festival non ci saranno né etiopi, né keniani, né eritrei, né tanzaniani. Sarà cioè escluso il gotha del fondo e del mezzofondo mondiale. Perché l’organizzazione ha deciso che all’edizione 2019 della tradizionale corsa (erede della Bavisela) non saranno ingaggiati atleti provenienti dal continente africano.
Una scelta precisa che, secondo l’organizzazione, mette uno stop allo sfruttamento di ragazzi tanto veloci quanto sconosciuti, che gareggiano ogni settimana in giro per tutta Europa per gettoni di presenza e premi che per la maggior parte vengono incassati dai manager, quasi tutti italiani. «L’anno scorso – spiegano i responsabili dell’organizzazione – il vincitore non aveva nemmeno i soldi per pagarsi il treno per tornare a casa, nonostante il successo. Abbiamo deciso di non ingaggiare atleti africani, non di non far partecipare africani alla corsa». Al momento non risultano denunce alla federazione.
La scelta ha però destato numerose critiche. «Mancava questo al Friuli Venezia Giulia: essere la Regione che non fa correre gli atleti africani – ha commentato amaro Cristiano Shaurli, segretario regionale del Pd –. Con motivazioni che hanno un retrogusto d’ipocrisia all’ennesima potenza, la nostra regione apre la stagione della discriminazione nello sport». Per Shaurli «nemmeno si prova a risolvere i problemi di sfruttamento che vengono accampati, e si sceglie di annunciare con becera soddisfazione, con la benedizione del presidente leghista Massimiliano Fedriga, una corsa “senza africani” come fosse un vanto. Le colpe di manager disonesti, che peraltro andrebbero denunciati alla federazione e alle autorità competenti, vengono fatte ricadere con soddisfazione sugli atleti di colore, e questo sarebbe il segnale che si vuole dare contro lo sfruttamento. Questo l’ideale dello sport che unisce tutti gli uomini».
«“Una mezza maratona per soli bianchi”: pensavamo fosse un titolo che si sarebbe potuto leggere solo nell’Alabama del Ku Klux Klan e invece è la cronaca di ciò che accade a Trieste – ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo in un post su Facebook –. La scusa con cui è stato annunciato che non ci saranno atleti di colore al prossimo Trieste Running Festival è che non ci sono manager onesti in grado di far arrivare nella nostra città atleti capaci di dare lustro e qualità agonistica alla corsa triestina. Ma come mai nel resto del mondo (e anche recentemente a Milano, dove un atleta di colore ha stabilito il record della corsa), è possibile ciò che invece è impossibile qui? Io credo che Trieste meriti di meglio».
Il Running Festival si svilupperà nel weekend dal 2 al 5 maggio con una family run non competitiva da 7 km con partenza da Miramare e con la 24ª edizione della «mezza», a cui parteciperà anche Rita Giancristofaro, una dei sopravvissuti alla tragedia del ponte Morandi di Genova. Nel frattempo, si spera, gli organizzatori ritorneranno sulla loro decisione e riammetteranno i corridori africani.