Forse non vestirà mai la maglia rosa e forse non vincerà neppure una tappa (anche se glielo auguriamo), però Tsgabu Grmay Gebremaryam il suo piccolo-grande successo l’ha già ottenuto. È il primo ciclista professionista etiope a partecipare al Giro d’Italia nonché il primo al mondo a correre per un team WorldTour. Sabato 9 maggio, al via della 98a edizione della gara a tappe organizzata da «La Gazzetta dello Sport», c’era anche lui, 23 anni, con la maglia della squadra Lampre-Merida.
Tsgabu viene da Macallè, la capitale della regione settentrionale del Tigray (che confina a Nord con l’Eritrea). Arriva in Italia con un buon curriculum alle spalle. Buon dilettante, nel 2010 entra nel Centro mondiale del ciclismo, una sorta di accademia internazionale di ciclismo che si trova ad Aigle, in Svizzera, e inizia a disputare le prime corse in Europa.
Nel 2012 viene tesserato dal team sudafricano Continental Mtn-Qhubeka e riesce a debuttare tra i professionisti. L’anno seguente arriva la prima vittoria. Il 22 marzo 2013 trionfa nella quinta tappa del Giro di Taiwan. E, da quel momento, i successi continuano ad arrivare. Nel 2013 e nel 2014, si laurea campione etiope su strada in linea e a crono. Nel 2025 ha vinto la cronometro individuale maschile per la categoria élite ai campionati continentali africani di ciclismo: primo ciclista etiope della storia a conquistare un titolo africano. Ha poi partecipato al Tour Down Under (11° in classifica generale, a 1’dal vincitore Rohan Dennis), alla Tirreno-Adriatico (51° nella generale e 8° tra i giovani), alla Volta Catalunya (dove ha chiuso al 91° posto) e al Giro di Romandia (61°). Le sue performance lo fanno notare ai dirigenti della Lampre-Merida che lo mettono sotto contratto.
È un buon grimpeur (scalatore) e quindi chissà che non riesca a distinguersi in una tappa alpina…