di Céline Camoin
Adottata la nuova Costituzione, dopo l’approvazione del referendum nonostante la bassissima affluenza alle urne lunedì, il presidente tunisino Kais Saied e la capa del governo Najila Bouden si sono incontrati per discutere dell’organizzazione delle prossime elezioni dei membri della prossima Assemblea dei Rappresentanti del Popolo e poi quelli dell’Assemblea Nazionale delle Regioni.
L’Unione europea ha reso noto di “prendere atto” dei risultati preliminari del referendum costituzionale svoltosi in Tunisia il 25 luglio, per il quale l’affluenza alle urne “è stata bassa”. Attraverso un comunicato dell’Alto rappresentante dell’Ue per gli Esteri, Josep Borrell, l’Ue auspica “un ampio consenso tra le varie forze politiche, compresi i partiti politici e la società civile”, ritenendolo “essenziale per il successo di un processo che preservi i successi democratici, e necessario per tutte le grandi riforme politiche ed economiche che la Tunisia intraprenderà. La legittimità e la sostenibilità di tali riforme dipenderanno da questo”
Il comunicato europeo guarda ai preparativi e alle disposizioni per le elezioni parlamentari previste per dicembre, che “dovrebbero pertanto essere visti come un’opportunità per promuovere un vero scambio nel quadro di un dialogo nazionale inclusivo”. L’Unione europea e la Commissione di Venezia, si ricorda, hanno più volte sottolineato che quel dialogo sarà una condizione importante per stabilire un quadro legislativo che garantisca la legittimità e la rappresentatività del futuro parlamento.
“L’elezione del parlamento sarà la pietra angolare del ritorno al normale funzionamento delle istituzioni del Paese, nel pieno rispetto dei principi democratici, in particolare della separazione dei poteri, del consolidamento dello Stato di diritto, del pluralismo e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. La libertà di espressione, la libertà di stampa, la libertà di manifestare e le altre libertà fondamentali sono valori essenziali degli Stati democratici ai quali l’Unione europea attribuisce particolare importanza e che devono essere preservati”, si legge nel comunicato stampa.
L’Unione europea continuerà a seguire da vicino gli sviluppi, “starà al fianco del popolo tunisino e ascolterà i suoi bisogni in questo momento cruciale per il Paese”. L’Unione europea ribadisce di essere pronta e disposta a fornire sostegno politico per una transizione democratica di successo. Continuerà inoltre a sostenere il popolo tunisino mentre risponde alle principali sfide socioeconomiche e finanziarie che il Paese deve affrontare, aggravate dall’impatto dell’aggressione russa contro l’Ucraina sulla sicurezza alimentare ed energetica e che richiedono riforme strutturali urgenti.
Secondo l’organizzazione per i diritti umani Amnesty international, l’adozione della nuova Costituzione in Tunisia “segna una battuta d’arresto per i diritti umani”.
Ne è convinto il direttore regionale di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa, Heba Morayef, che ritiene “profondamente preoccupante che la Tunisia abbia adottato una nuova Costituzione che mina i diritti umani e mette a repentaglio i progressi compiuti dalla rivoluzione del 2011. La nuova Costituzione – aggiunge – smantella molte delle garanzie all’indipendenza della magistratura, rimuove la protezione dei civili dai processi militari e concede alle autorità il potere di limitare i diritti umani o di rinnegare gli impegni internazionali in materia di diritti umani in nome della religione”.
La nuova costituzione, che ora ha sostituito la costituzione del 2014, “è stata redatta a porte chiuse in un processo interamente controllato dal presidente Kais Saied. Al popolo tunisino non è stata fornita alcuna trasparenza sul motivo per cui il processo è stato progettato in questo modo, né del resto perché la costituzione del 2014 doveva essere sostituita”, afferma Amnesty in un comunicato.
“Questo accade esattamente un anno dopo la presa di potere del presidente Saied durante la quale le autorità hanno preso di mira critici di alto profilo e oppositori politici attraverso indagini e procedimenti penali, erodendo la protezione dei diritti umani della Tunisia a un ritmo allarmante. Questa nuova costituzione non deve servire da giustificazione per tornare sugli impegni della Tunisia ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani. Le disposizioni di qualsiasi costituzione dovrebbero essere pienamente coerenti e compatibili con gli obblighi della Tunisia ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani”.
Il 25 luglio 2021 il presidente Kais Saied aveva invocato misure eccezionali citando l’articolo 80 della costituzione del 2014, sospeso il parlamento e destituito il governo. In seguito si è concesso il diritto esclusivo di governare per decreto, ha sospeso la maggior parte della Costituzione tunisina del 2014 e ha sciolto il parlamento prima di darsi il mandato di modificare la costituzione.
Il 25 luglio 2022 si è tenuto in Tunisia un referendum sulla nuova costituzione. Ora accettata con una bassa affluenza alle urne del 30,5%, entrerà in vigore il 27 agosto 2022 e sostituirà la costituzione adottata dall’Assemblea nazionale costituente della Tunisia nel gennaio 2014 attraverso un processo inclusivo e trasparente della durata di due anni e conteneva solide salvaguardie dei diritti umani.
Il 94,6% degli elettori tunisini che si sono recati alle urne ha votato “sì” all’adozione della nuova Costituzione proposta dal presidente Kais Saied e che gli concede ampie prerogative, secondo i risultati ufficiali preliminari annunciati ieri in tarda serata dal presidente dell’autorità elettorale (Isie), Farouk Bouasker, dopo lunghe operazioni di conteggio.
L’affluenza alle urne, considerata molto bassa, è stata di 2,756 milioni di elettori, pari al 30,5% degli elettori registrati.