Voto storico a Tunisi. Dopo un iter parlamentare accidentato e ostacolato da rinvii, che ne avevano fatto temere un fallimento, il parlamento tunisino ha approvato all’unanimità con 146 voti a favore la legge organica contro la violenza sulle donne e per la parità di genere. Quarantatre articoli divisi in 5 capitoli per fornire misure efficaci contro ogni forma di violenza o sopruso basato sul genere, con l’obiettivo di garantire alla donna il rispetto della dignità e assicurare l’uguaglianza tra i sessi, garantita dalla Costituzione, attraverso un approccio globale basato sulla prevenzione, la punizione dei colpevoli e la protezione delle vittime. La legge punta inoltre ad eliminare ogni forma di disuguaglianza tra i sessi anche sul lavoro.
Tra le novità rilevanti, l’abrogazione dell’articolo 227 bis del codice penale che prevedeva una sorta di “perdono” per gli stupratori di una minorenne in caso di matrimonio con la vittima. Il nuovo dettato legislativo prevede invece pene molto severe per gli stupratori senza più alcuna possibilità di sfuggire alla legge, e lo spostamento dell'”età del consenso” da 13 a 16 anni.
Altro punto fondamentale, è l’art. 17 che punisce con una multa da 500 a mille dinari chi si rende colpevole di molestie nei confronti delle donne per strada o in spazi pubblici.
Viene inoltre punito l’impiego dei minori (bambine) per i lavori domestici con l’introduzione di pene da 3 a 6 mesi di reclusione a carico chi viene riconosciuto responsabile.
“La versione del testo votato in parlamento risponde alle attese delle donne e della società civile che si sono mobilitati per due decenni per l’ottenimento di questo risultato” ha dichiarato la deputata indipendente, avvocato femminista, Bochra BelHaj Hmida, a votazione avvenuta.
Ad analizzare bene il provvedimento, manca ancora nel testo una norma che affronti il tema dell’ineguaglianza della donna nell’asse ereditario. Una proposta di riforma del diritto ereditario in senso favorevole alla donna fu bocciata in commissione lo scorso anno con motivazioni che si rifanno alla sua non conformità al diritto islamico. Ma lo sforzo compiuto dai deputati nell’approvazione di questa legge è stato enorme e trasversale, e conferma la Tunisia come il paese più avanzato in materia di diritti delle donne nel mondo arabo.
Nella preparazione della riforma sono state sentite tutte le parti interessate: ministeri della Donna e della Giustizia, società civile, Unione Nazionale della Donna Tunisina (Unft), Associazione Tunisina delle Donne Democratiche (Atfd), l’associazione parlamentare per la Famiglia, la Lega delle Elettrici Tunisine, l’associazione Voix de l’Enfant, la commissione della Donna presso la Commissione Verità e Dignità (Ivd) nonché numerosi esperti del settore.
(27/07/2017 Fonte: AnsaMed)