È di 20 feriti, 15 agenti di sicurezza e cinque civili tra cui due bambini, il bilancio aggiornato dell’attacco suicida avvenuto lunedì 29 ottobre presso l’Avenue Habib Bourguiba, la strada principale del centro di Tunisi. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno tunisino, precisando che cinque agenti sono già stati dimessi dall’ospedale dopo aver ricevuto le cure necessarie.
«Sono convinto che sconfiggeremo il terrorismo, è una responsabilità collettiva -, ha affermato il primo ministro tunisino Youssef Chahed -. La maggior parte delle vittime ha subito lesioni minori, tranne due pazienti che sono tenuti sotto controllo ma non sono in pericolo di vita».
Chahed ha reso omaggio alle forze di sicurezza e all’esercito, dicendo che il governo farà di tutto per sradicare il fenomeno del terrorismo. «Il rischio zero contro il terrorismo non esiste da nessuna parte nel mondo e la lotta contro questo fenomeno è compito di tutti i tunisini: dobbiamo unire le forze», ha detto il premier.
L’attentatrice responsabile dell’attacco terroristico avvenuto ieri a Tunisi di chiamava Mouna Kebla e aveva lasciato l’abitazione della sua famiglia a Sidi Alwan, a circa 200 chilometri a sud di Tunisi, tre o quattro giorni fa. La donna, nata il primo novembre 1988, aveva trascorso gli ultimi giorni prima di farsi esplodere nel centro di Tunisi in una casa nel quartiere popolare Ettadhamen, a nord della capitale.