In Tunisia l’affluenza al voto per le elezioni legislative ha raggiunto il 41,3%, una cifra ben al di sotto delle precedenti elezioni del 2014. Le prime stime danno in testa i partiti Ennahda e Qalb Tounes, la formazione di Nabil Karoui.
La bassa partecipazione potrebbe avvantaggiare Ennahda. Il partito di ispirazione islamica manterrebbe infatti il primo posto in Parlamento, ma vi otterrebbe quaranta seggi, perdendone 28.
Qalb Tounes fa invece il suo ingresso nell’Assemblea nazionale. Sempre secondo le prime stime, il partito di Nabil Karoui – candidato presidenziale incarcerato – otterrebbe 33 seggi e diventerebbe il secondo blocco parlamentare. Può, tuttavia, così come Ennahda, sperare di entrare nella compagine che governerà il Paese.
Non sarà facile per nessuna coalizione raggranellare i 108 voti necessari per governare. Nessuno dei principali partiti può governare da solo e sono iniziati i contatti per cercare di formare una maggioranza.
Tahya Tounes e Karama avrebbero vinto ciascuno 17 seggi. Il Partito destouriano libero e il Movimento democratico avrebbero 14 seggi. Quindi una moltitudine di partiti e liste indipendenti compongono il nuovo mosaico parlamentare.
Ennahda dovrebbe quindi cercare di formare un governo di coalizione. Se volesse però dar vita a un esecutivo islamico-conservatore gli mancherebbero 36 seggi. Se nei prossimi quattro mesi, tuttavia, nessuno fosse riuscito ad assemblare una compagine governativa, saranno convocate nuove elezioni.
Rimane il fatto che i tunisini hanno votato con scarso entusiasmo. I seggi sono stati chiusi alle 18 ora locale, senza che le istituzioni tunisine né gli osservatori europei abbiano notato incidenti rilevanti. La mancanza di entusiasmo per le terze elezioni legislative dalla caduta della dittatura nel 2011 è spiegata dal rifiuto delle élite al governo già espresso nel primo turno delle elezioni presidenziali, determinato dallo stallo politico ed economico che sta attraversando il Paese.
