In Tunisia, la Commissione Verità e Dignità non proseguirà i suoi lavori dopo maggio. A deciderlo è stato il parlamento che ha votato contro il prolungamento del mandato della commissione che ha il compito di indagare sulle violazioni dei diritti umani commesse in Tunisia dal luglio 1955 al dicembre 2013, e di risarcirne le vittime.
L’organo statale nelle scorse settimane aveva deciso di prorogare la sua missione di un’ulteriore anno, ma per convalidare la decisione era stato richiesto il voto a maggioranza assoluta del parlamento. I deputati hanno però negato la proroga e hanno contestato la presidente Sihem Ben Sedrine invisa soprattutto al partito di maggioranza relativa Nidaa Tounes.
Il voto di mancata proroga è stato contestato dalle opposizioni, che lo hanno qualificato come nullo, poiché non si è raggiunto il quorum di 109 previsto come maggioranza assoluta. I voti contrari sono stati 68 e 2 le astensioni, con i deputati del partito islamico Ennhadha e del gruppo democratico che hanno abbandonato l’aula prima del voto per cercare di bloccare la validità delle operazioni, essendo il quorum fissato a 109. Una prima assoluta nel diritto parlamentare tunisino che potrebbe richiedere la ripetizione del voto.
Tunisia – Commissione Verità al capolinea
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